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Nuovo Ospedale, l’affondo di Prosalus: «Tempi inammissibili, si pensi alla salute dei cittadini»

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Doveva essere una costruzione per contrastare l’emergenza socio-sanitaria che la Regione Calabria, e la Piana di Gioia Tauro in particolare, stavano attraversando nel lontano 2007, e a distanza di 13 anni è diventata un’opera fantasma, della quale nessuno sembra saperne la sorte. 

E intanto l’emergenza sanitaria rimane…

Parliamo dell’Ospedale della Piana destinato a sorgere a Palmi, nella zona adiacente l’Istituto Agrario, su un terreno appartenuto allo stesso istituto e poi ceduto alla Provincia di Reggio Calabria, oggi Città Metropolitana.

Un procedimento caratterizzato da tempi inammissibili, biblici, si potrebbe azzardare. L’aggiudicazione della gara è avvenuta ne 2014, ben 6 anni dopo la dichiarata emergenza; per la presentazione del progetto definitivo, la cui approvazione è tuttora in corso, si è dovuto attendere fino al 2018 e ad oggi non è ancora conclusa la Conferenza dei Servizi, sebbene la legge 241/90 indichi tale conferenza come strumento di semplificazione ed accelerazione:  il progetto esecutivo è di là da venire, la validazione/verifica  pure, l’apertura del cantiere, dopo tredici anni, è ancora un miraggio.

Anche gli ultimi anni sono stati caratterizzati da tempi inammissibili, tra indagini geognostiche, rimozione di tuboli agricoli, asseritamente archeologici.

E c’è poi la crisi finanziaria della Ditta Tecnis, aggiudicataria del contratto, che si è conclusa con il  subentro della Ditta D’Agostino dopo una  fase di commissariamento che, tuttavia, non avrebbe dovuto impedire lo svolgimento delle attività preparatorie minime.

L’Associazione “Prosalus”, rappresentata dal presidente Stefania Marino, torna a rimettere al centro del dibattito politico la centralità dell’opera, chiedendo che «la Regione si impegni ad espletare ogni incombenza necessaria per l’apertura del cantiere al massimo entro il 30 settembre prossimo, data ritenuta congrua considerando la natura degli adempimenti ancora da svolgere e dei gravi ritardi fin qui verificatisi; che in conseguenza l’apertura del cantiere, con le maestranze al completo, avvenga come termine massimo il 1°ottobre 2020; che l’incarico del Responsabile Unico del procedimento fino ad oggi affidato all’ingegnere Domenico Pallaria, venga revocato ed affidato ad altro soggetto in possesso dei requisiti di legge; che vengano inserite nel più breve tempo possibile le pregresse e le future informazioni sul procedimento nella Sezione Trasparenza  per l’accesso civico al Sito Web regionale sulle grandi opere e, segnatamente, sul Nuovo Ospedale della Piana».

Prosalus sottolinea che i termini indicati vanno considerarsi come termini massimi, informando che l’Associazione seguirà anche nei prossimi mesi l’andamento della procedura per cui fin da ora si riserva di anticipare ogni forma di protesta e di tutela attraverso le azioni più opportune, tra cui richiesta di commissariamento anche di questa funzione regionale, ricorso all’Autorità Nazionale Anticorruzione e per la Vigilanza sui contratti pubblici nonché alle Autorità Amministrative e Giudiziarie competenti.

Chiede, infine, che la Regione riscontri la presente richiesta con provvedimento o altro atto amministrativo chiaro ed espresso. Ogni silenzio o mancanza di risposta saranno interpretati come significativi  di volontà di mantenere lo stato attuale delle cose con ulteriore grave danno all’interesse pubblico nel territorio della Piana di Gioia Tauro.

«C’è di mezzo il diritto alla salute ed il futuro della nostra popolazione», conclude Prosalus.

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