«La posizione di forza assunta dal Presidente Occhiuto presso il Governo italiano e presso le istituzioni europee per neutralizzare gli effetti dirompenti della direttiva europea anti emissioni, verrà assolutamente sostenuta, senza se e senza ma, da parte di tutte le forze politiche del Consiglio regionale della Calabria». Lo dichiara il Consigliere regionale Domenico Giannetta (FI).
«Ed è importante – continua – che il Consiglio abbia suggellato, con un atto formale, questo impegno, approvando all’unanimità un unico documento che riunisce le mozioni proposte da maggioranza e opposizione.
Siamo scesi in piazza, abbiamo partecipato attivamente a delle mobilitazioni, ma adesso – continua Giannetta – è il momento di istituzionalizzare il mandato del Consiglio regionale della Calabria, a difendere il Porto di Gioia Tauro, da normative europee insensate, che generano effetti boomerang, che colpiscono dritti al cuore della nostra economia e rischiano di far scoppiare una vera e propria bomba sociale.
Il Porto di Gioia Tauro – evidenzia il consigliere forzista – è il primo in Italia, per mobilitazione di container, ha 1600 dipendenti diretti e altri 4000 che derivano dall’indotto. È una infrastruttura di fondamentale importanza, che ha tutte le potenzialità per diventare sempre più baricentrica nelle strategie di sviluppo del settore del trasporto marittimo in Europa e nel Mediterraneo.
Invece, viene paradossalmente marginalizzato da una folle direttiva anti-emissioni nel settore marittimo, che rischia di mandare a casa circa seimila famiglie e di vanificare gli investimenti sul Porto, sul retro porto, sulla futura Zes, sui collegamenti stabili da e per l’Europa. Rischia – dichiara ancora – di annientare azioni e politiche strategiche a favore dello sviluppo del Porto, che proprio negli ultimi anni, sta vivendo, grazie anche ad una gestione illuminata dell’Ammiraglio Agostinelli, un momento di grande rilancio.
La direttiva anti-emissioni nel settore marittimo è dunque un provvedimento che va immediatamente corretto, posto che sia di tutta evidenza che non sia questa la strada da percorrere per perseguire la sostenibilità ambientale in modo reale ed efficace.
La questione – specifica Giannetta – ci pone di fronte al bilanciamento di interessi di grande rilevanza, che però non si devono contrapporre.
In merito alla difesa dell’ambiente – evidenzia – non c’è dubbio che il tema del cambiamento climatico sia di primaria importanza. Ed è giusto che l’Europa persegua una posizione di leadership nella lotta al cambiamento climatico con politiche tese a una transizione green sempre più consistente. Ma, purché, ciò avvenga con soluzioni che favoriscano la competitività dei paesi europei. E non invece il contrario. Come avverrebbe con la direttiva anti-emissioni nel settore marittimo, che rientra nel pacchetto normativo che ha l’obiettivo di ridurre le emissioni nette di gas a effetto serra di almeno il 55% entro il 2030.
Una direttiva che, se formalmente mira all’obiettivo, nella sostanza, nei fatti, non ci riuscirebbe. Semplicemente perché – chiarisce ancora Giannetta – non riuscirebbe a ridurre, in modo consistente, le emissioni di carbonio nel Mediterraneo, e a garantire, nella sostanza, quella transizione giusta e socialmente equa, che l’Unione vorrebbe realizzare.
Il rischio pratico è, infatti, che con il recepimento della direttiva, si verifichi un effetto boomerang a favore dei vicini porti nord africani, che paradossalmente diventerebbero più competitivi, attrattivi e convenienti.
La riduzione del carbonio marittimo va perseguita in modo congruente e utile. Non certo con politiche controproducenti a discapito della sostenibilità economica e sociale.
Poi – continua ancora Giannetta – una breve riflessione sui riflettori che – grazie al Presidente Occhiuto – si sono accesi in questi giorni sul Porto di Gioia Tauro. C’è da dire che quella della Porto sia stata, stata, spesso una storia di difesa. Una storia contrassegnata da momenti di protesta, di mobilitazioni, di crisi e risalite. Io ritengo che sia giunto il momento, in cui la storia potrebbe veramente cambiare. Il pressing che sta facendo il Presidente Occhiuto alla Farnesina e presso le istituzioni europee, la sinergia con il Ministro degli Esteri, il presidente Tajani e la sua indiscussa leadership in Europa, ha acceso riflettori importanti che hanno suscitato una presa di coscienza istituzionale e internazionale sul ruolo del Porto di Gioia Tauro che non credo abbia precedenti storici di questa portata. Pertanto, il Porto non può essere considerato solo un bersaglio da difendere da regole europee miopi, ma, come evidenziato in aula dal Presidente Occhiuto, è una realtà, con una rilanciata identità strategica, su cui giocare, in attacco, il futuro della Calabria e del trasporto marittimo in Italia e in Europa.
E su questa scommessa – conclude Giannetta – che siamo chiamati, coralmente, a fare la nostra parte».