Non può lasciare tranquilli l’ennesimo caso di violenza nei ghetti dei migranti, che ha visto la morte di un giovane maliano, deceduto in seguito ad un’aggressione a colpi di spranga nella baraccopoli di Taurianova. Forte condanna verso l’autore di tale violenza, rispetto al quale neanche il clima teso dovuto alla pandemia Coronavirus, può fornire una giustificazione minimamente plausibile per capire le cause di tale follia.
È vero però, che la situazione emergenziale delle baraccopoli della provincia di Reggio Calabria, non ha visto finora, nonostante gli sforzi profusi, una risoluzione definitiva. In tal senso sottolineiamo che stiamo partecipando – come Cisl Metropolitana – con altri soggetti istituzionali tra cui sindaci e Regione al tavolo istituzionale promosso dalla Prefettura, per cercare di arrivare ad una soluzione del problema che ha molteplici sfaccettature. La finalità è lo smantellamento totale dei ghetti, sempre più ingestibili e pericolosi. L’obiettivo che ci siamo dati è quello di cercare di reinserire i migranti – appena si scioglieranno i lockdown sui territori – nella filiera dell’agroalimentare, attraverso un percorso di integrazione e di tutela dei diritti, in modo tale da garantire condizioni di vita accettabili e per smorzare queste tensioni che generano violenza e scompensi.
Apprezziamo l’appello della Ministra Bellanova, secondo la quale occorrono braccia per l’agricoltura, e quindi proporremo un piano adeguato, che è importante venga sostenuto dalla Regione Calabria, alle esigenze economiche ,non assistenziali ma lavorative sociali e familiari dei migranti stanziati nella tendopoli ,nei ghetti e nel loro circondario, per far sì che questa forza lavoro venga utilizzata per far ripartire un settore fortemente compromesso dall’emergenza Covid-19.