“Come saprete, oggi è morto un migrante in circostanze che probabilmente si sarebbero potute evitare. E questo mi addolora profondamente. Sulla dinamiche non mi esprimo, ci saranno delle indagini che accerteranno quanto accaduto”.
E’ quanto scrive in una nota stampa Giuseppe Idà, sindaco appena eletto di Rosarno, città confinante con San Ferdinando e teatro, nel gennaio del 2010, di scontri tra braccianti agricoli che si ribellarono al caporalato.
Prosegue Idà: “Ho il dovere di porre il tema dei migranti ospiti nelle tendopoli di Rosarno e San Ferdinando. Nella campagna elettorale appena conclusa, ho ripetuto più volte che accogliere non significa ammassare in campi abbandonati centinaia di persone. Non è dignitoso per loro, che vengono in Italia in cerca di un futuro migliore, né per la comunità che li ospita. Questa non è ospitalità e a Rosarno, in alcuni periodi dell’anno, siamo al collasso”.
Nella tendopoli attualmente sono accampate oltre 600 persone; a causa della mancanza di fondi al momento non è gestita da alcuna associazione.
“Le conseguenze sono sotto gli occhi di tutti: dopo la rivolta del 2010 e la rissa di oggi sfociata in una tragedia dobbiamo mettere un punto a questa storia. Il problema è nazionale e noi, da soli, non ce la facciamo: abbiamo bisogno – e spero di incontrarli al più presto – dell’intervento della Prefettura, del Ministro Angelino Alfano e del Premier Matteo Renzi affinché Rosarno non sia più considerato uno sgabuzzino dove ammassare la povera gente che scappa dal proprio Paese”, conclude Idà che esprime solidarietà verso gli agenti intervenuti per sedare la lite al campo.