Il 21 giugno di due anni fa moriva a Gioia Tauro, al Porto, Agostino Filandro, travolto dal braccio di una gru che – all’improvviso – gli è crollata addosso.
Ieri la Procura di Palmi ha chiuso le indagini: 5 le persone indagate.
Andrea Agostinelli, presidente della ADSP del Mari Tirreno Meridionale e Ionio; l’amministratore unico della “Gioia Port Security”, Marcello Filocamo; il responsabile del reparto vigilanza e sicurezza dell’Autorità Portuale, Mario Piromalli e le due guardie addette all’ingresso al Porto il giorno della tragedia, Giancarlo Timoano e Pasquale Sorgiovanni.
Per i cinque l’accusa è di concorso in omicidio colposo con mancata osservanza delle norme di sicurezza sul lavoro, delle norme del codice della navigazione e dei regolamenti dell’Autorità Portuale.
L’incidente che ha portato alla morte di Filandro sarebbe avvenuto sulla banchina demaniale, quindi non gestita da alcuna società, come stabilito da una sentenza emessa dal TAR dopo che l’Autorità Portuale aveva tolto al cantiere navale “Zen Yacht” la concessione, cantiere di proprietà della famiglia Zito, i cui fratelli Girolamo e Francesco hanno patteggiato una pena a 2 anni e 8 mesi per omicidio colposo.
Nello specifico, Agostinelli non avrebbe rispettato gli articoli della legge sui porti in materia di vigilanza sulla sicurezza dei lavoratori; Piromalli avrebbe omesso l’applicazione dell’ordinanza di sospensione del permesso di accesso al Porto, nonché la verifica dei lavori della ditta “Modulus”, subappaltatrice delle operazioni di alaggio delle imbarcazioni.
Filocamo avrebbe omesso l’osservanza dell’ordinanza dell’Autorità Portuale in base alla quale le persone che si recano al Porto in visita devono essere accompagnate da personale addetto incaricato.
Infine, Timpano e Sorgiovanni avrebbero permesso ad Agostino Filandro di entrare in visita al Porto, disattendendo l’ordinanza.