Il 25 novembre si celebra la Giornata mondiale contro la violenza sulle donne. Questa giornata specifica non è stata scelta a caso. È stata la Repubblica Dominicana a proporla, in ricordo dell’assassinio delle sorelle Mirabal: Minerva, Patria e Maria Teresa, donne simbolo della passione, dell’impegno e della libertà, ribellatesi alla dittatura e brutalmente uccise nel 1960.
La testimonianza della figlia di una di loro, Minou Tavarez Mirabel, direttamente collegata con la Scuola di Psicologia Applicata “G. Sergi” di Palmi, non poteva che scuotere la coscienza dei tanti presenti all’incontro di sabato scorso dal titolo “Dalla violenza contro la persona al femminicidio: un modello culturale alle origini della violenza di genere”.
“La giornata contro la violenza sulle donne è nata perché mia madre non si è mai arresa. Quello che spero è che gli studi accademici della giornata possano offrire un prezioso apporto al contrasto del fenomeno, tanto grave, sia in Italia, come nella Repubblica Dominicana”, ha detto la Mirabel, che nel frattempo aveva magicamente catturato l’attenzione dei presenti.
A moderare l’evento è stato Domenico Nunnari, giornalista e scrittore, che ha riportato i messaggi di saluto di Cinzia Nava, Presidente della Commissione Pari Opportunità della Regione Calabria, e di Serena Multari, componente della Commissione.
A relazionare invece sull’incidenza del fattore culturale nell’evoluzione della normativa internazionale in materia di violenza di genere, ci ha pensato Anna Pizzimenti, dottore di ricerca in discipline penalistiche e responsabile della sezione studi giuridici della Scuola di Psicologia “G. Sergi”, seguita da Guido Sola, Presidente della camera penale di Modena “Carl’AlbertoPerroux”.
È stato Sola infatti ad analizzare in modo puntuale le misure preventive e cautelari relative alla violenza di genere nel sistema processuale italiano, evidenziandone la progressione, in termini numerici e di efficacia, nella successione della normativa nel tempo.
Ottavio Sferlazza infine, Procuratore della Repubblica di Palmi, ha concluso i lavori con una disamina di ampio respiro sull’incidenza negativa del fattore culturale sulla condizione di subordinazione della donna, soprattutto con riferimento al sistema sudamericano.
Presenti alla manifestazione le autorità militari e civili del territorio, insieme ad Assunta Carrà, presidente della Scuola, Giuseppe Ranuccio, sindaco di Palmi, Giuseppina Forestieri, in rappresentanza del Consiglio dell’Ordine degli avvocati, e Maria Bonfiglio, che ha portato i saluti della dirigente dell’Istituto d’istruzione Superiore “N. Pizi”.
Il convegno, che ha ricevuto il patrocinio morale della Commissione per le PPOO della Regione Calabria, del Comune di Palmi e dell’Ordine degli Avvocati di Palmi, è stato realizzato in collaborazione con le associazioni locali, tutte al femminile, Fidapa, Inner Wheel, Soroptimist, Convegni di cultura Maria Cristina si Savoia e la scuola secondaria di secondo grado “N.Pizi” di Palmi.
E ad ogni relatore è stata donata una formella di terracotta su cui è stato dipinto a mano un volto di donna, produzione artigianale di un laboratorio reggino, composto dal gentil sesso.
Un evento ben riuscito insomma, che ha lasciato il segno soprattutto tra i partecipanti, che prima di lasciare la sala hanno rivolto un ultimo sguardo alla sedia rossa in prima fila su cui erano state adagiate una sciarpa di seta e un paio di scarpe rosse, nel ricordo di ogni donna che non parlerà più.