ROSARNO – Nei giorni scorsi il sottosegretario alla presidenza della Regione Calabria, con delega alla protezione civile, Franco Torchia, asseriva che «il problema della presenza di migranti nella nostra regione e’ un problema serio che nessuno puo’ pensare di affrontare soltanto con provvedimenti tampone o con campi di accoglienza, per la cui gestione non ci sono piu’ risorse. La Regione sta lavorando seriamente al problema».
Riguardo poi alla difficile situazione della piana di Gioia Tauro, Torchia asseriva: «ne sa qualcosa il sindaco di Rosarno che lo scorso anno ha sottoscritto un protocollo di intesa per la realizzazione, attraverso i fondi “Pisu” a titolarita’ regionale, di 34 unita’ immobiliari da destinare a 204 migranti che avranno cosi’ una dimora fissa e accogliente. Attualmente si e’ in fase di progettazione preliminare e possiamo ritenere che entro l’estate del 2013 potrebbero essere effettuate le gare per iniziare i lavori.
Proprio per questi motivi ritengo estremamente pretestuoso il richiamo fatto dal sindaco di Rosarno Tripodi alla Protezione civile per smantellare i campi. Lo avremmo gia’ potuto fare nel mese di aprile, ma se li abbiamo mantenuti e perche’ siamo previdenti e sapevamo che l’emergenza si sarebbe ripresentata, cosi’ come e’ effettivamente successo. In quel caso non so cosa avrebbe potuto fare il sindaco di Rosarno».
In merito poi all’iniziativa dei parlamentari calabresi del Pd, che tramite interrogazione parlamentare hanno posto il problema pianigiano all’attenzione al ministro dell’Interno Anna Maria Cancellieri, Torchia asseriva che «il problema andava ricordato al ministro della Cooperazione Internazionale Andrea Riccardi», in modo da sapere «in quale posto sconosciuto sia stato realizzato il Villaggio di Solidarieta’ promesso nella sua visita effettuata a gennaio 2012 nei campi di accoglienza di Rosarno».
Queste esternazioni del sottosegretario calabrese alla Protezione Civile non sembrano esser piaciute ad Elisabetta Tripodi: «Accusare di speculazione politica i sindaci che ogni giorno si impegnano sul territorio a cercare di risolvere piccole o grandi emergenze, causate da decenni di sottovalutazione, è ingeneroso e puerile – ha risposto l’amministratrice medmea – e trattare un’emergenza umanitaria come se fosse sempre responsabilità di altri, addirittura, del ministro della Cooperazione Riccardi, assume i connotati di una difesa debole senza che ci sia stato alcun attacco se non la cruda realtà dei fatti».
Parlando poi del “ Villaggio della Solidarietà”, la donna precisa che «si tratta di un’opera in costruzione che sarà completata nel 2013, su un bene confiscato alla mafia, grazie ai fondi del ministero dell’Interno e non una fantasia del ministro. Vero è che il presidente della Regione Calabria aveva promesso, il giorno dell’apertura del campo container di Testa dell’Acqua, (04.02.2011), che nella stagioni seguenti la protezione civile regionale ne avrebbe installati degli altri, in altri comuni della piana, per evitare una eccessiva pressione su Rosarno, dopo i tragici fatti del 07.01.2010, che hanno gettato discredito non solo sulla nostra città ma sulla regione tutta. Allora mi ero illusa che si potesse instaurare un dialogo ed una collaborazione, a prescindere dalla diversa collocazione politica, perché vi sono delle situazioni e delle emergenze che chi amministra deve affrontare e risolvere quando giovano alla collettività».
La Tripodi asserisce di aver riscontrato quest’anno «un atteggiamento di totale chiusura da parte della Regione, come se sistesse interrompendo quel percorso virtuoso di collaborazione fra enti ed associazioni che aveva permesso di affrontare l’emergenza stagionale, nella consapevolezza che occorrono un paio di anni, per la realizzazione di progetti infrastrutturali, sì finanziati nel 2012, ma non ancora cantierabili».
Ricordiamoci che la richiesta di aiuto finanziario per la tendopoli di San Ferdinando di circa 40.000 Euro, «somma esigua per un bilancio regionale anche in tempi di difficoltà finanziarie, non è stata considerata, così come non è stata considerata neanche la richiesta di lenzuola o coperte, per coloro che vivono all’aperto, tanto che il prefetto di Reggio Calabria, ha dovuto più volte rinviare il tavolo tecnico, per la mancanza dell’interlocutore Regione Calabria che, il 28 novembre scorso, nella persona del dottor Zoccali, ha esplicitato l’impossibilità di qualunque forma di sostegno all’emergenza in atto».
Elisabetta Tripodi si chiede quindi quale sia la ragione che spinge la regione Calabria a «rifiutare qualsiasi forma di collaborazione quando molte risorse finanziarie spesso si perdono in mille rivoli» e perché, «invece di cercare una soluzione concreta si esterna sui giornali, accusando di ingratitudine un sindaco che cerca in tutti i modi di evitare il ripetersi di situazioni e di tensioni sociali che non dovranno mai più esserci».
In un territorio già provato da una crisi gravissima dell’agrumicultura, secondo l’amministratrice medmea «la Regione Calabria non dovrebbe esimersi dall’intervenire e non dovrebbe asserire ” ho già fatto la mia parte”». Agire in questo modo significherebbe «relegare i problemi dei migranti e dell’accoglienza ai singoli territori che ospitano queste persone», invece di affrontare il problema come «una questione di civiltà e di dignità umana che riconosce la solidarietà, come valore fondamentale per l’uomo e la multiculturalità come risorsa per la nostra Nazione».
Francesco Comandè