GIOIA TAURO – La prima del film “Mediterranea” è il regalo che il regista Jonas Carpignano ha voluto fare a quelli che ormai considera come i suoi concittadini.
È così che Jonas si sente, un gioiese a tutti gli effetti. Ed è quello che riporta nelle sue interviste fatte in giro per il mondo.
Il lungometraggio che racconta i fatti di Rosarno è infatti distribuito in tutta Europa e gran parte dell’America. Ma ancora non in Italia. E venerdì scorso il giovane regista dalla faccia pulita, ha voluto omaggiare la città del porto con un film che aiuta i gioiesi stessi a capire quello che è realmente successo in quei giorni di rivolta.
Ma “Mediterranea” racchiude una serie di tematiche tutt’altro che banali. Razzismo, violenza, i lunghi viaggi per scappare dalla propria terra in cerca di un posto migliore dove spesso si è pero maltrattati.
Jonas è entrato nel vivo delle vicende trascorse. In giro per le strade di Gioia Tauro e Rosarno è un continuo salutare chiunque lo incontri con la genuinità che lo contraddistingue.

Di loro racconta nel film. La sua sensibilità si riflette interamente in Mediterranea. Nato da padre bianco e madre nera Jonas ha letto un giorno un articolo su Rosarno pubblicato da Repubblica ed è subito venuto a Gioia.
Qui ha conosciuto Koudous Seihon, il protagonista. È andato al suo villaggio in Burkina Faso e ci è rimasto per ben due mesi. Ha ripercorso le tappe del viaggio della speranza. Ha fatto sua la disperazione di chi non sapeva più cosa fare.
I premi ricevuti da Jonas sono tutti meritati. Ed è motivo di orgoglio per i cittadini della Piana che questo 32enne dai capelli rasta abbia deciso di raccontare le storie della Calabria. “E’ a questa terra che appartengo”, ha detto.
Doveva rimanerci solo cinque giorni e alla fine ci è rimasto per più di cinque anni. Ha già in mente un nuovo film. Ed è qui che vuole rimanere.