ROSARNO – Anche quest’anno, per porre rimedio all’altissimo livello d’inquinamento delle acque marine di San Ferdinando e Nicotera, si è deciso di adottare la solita soluzione tampone, ovvero lo sbarramento alla foce del Mesima, uno dei fiumi maggiori della Calabria centro-meridionale per portata d’acqua (con i suoi 12 m3/sec alla foce) che dalle Serre calabresi raggiunge la Piana di Gioia Tauro, per riversarsi nel mar Tirreno esattamente nei pressi della “Marina di Rosarno”, al confine con il territorio di San Ferdinando.
Grazie alle somme messe a disposizione dalla provincia di Reggio Calabria ai 3 comuni interessati (Rosarno, San Ferdinando e Nicotera), è stata indetta, giovedì scorso, presso il municipio sanferdinandese, la gara d’appalto a mezzo procedura di cottimo fiduciario, andata però deserta nonostante l’urgenza.
L’inquinamento di questo tratto di costa costituisce il problema principale per il mancato sviluppo turistico pianigiano, ed è una mancanza di rispetto sia per le migliaia di persone che, pur vivendo nei comuni a ridosso del “Golfo di Gioia”, si vedono giornalmente costrette a percorrere dai 40 ai 50km per poter fare un bagno, sia verso chi torna al sud per le ferie e si vede costretto ad un ulteriore stressante spostamento forzato.
Le sferzate contro «l’inerzia dei locali amministratori» si sono fatte sentire sia a San Ferdinando, per voce dei consiglieri di minoranza Michele Oliva, Francesco Barbalace, Giovanni Pantano e Pasquale Costa, i quali hanno paralto di una totale incapacità a trovare soluzioni radicali e definitive al problema della foce del fiume Mesima. È impensabile – hanno fatto sapere – indire un’altra gara a stagione iniziata, visto che i tempi ristretti ed il rapporto costi-benefici appaiono eccessivamente sproporzionati».
Ma a denunciare «lo stato di degrado in cui versa questo angolo incantevole della Calabria» ci aveva già pensato, nei giorni scorsi, il “Comitato spontaneo di cittadini per la tutela dell’ambiente e della costa tirrenica”, presieduto da Giacomo Saccomanno.
Secondo i membri dell’organizzazione, «visto che l’inquinamento è dovuto non solo al fiume Mesima, ma anche agli scarichi abusivi, attraverso cui viene immessa in mare una elevata mole di liquami e materiali inquinanti, bisogna pretendere che le forze dell’ordine intensifichino i controlli degli scarichi fognari, del depuratore della “IAM” e delle linee di conduzione, per evitare che si approfitti delle note emergenze per scaricare direttamente a mare».
«Se ancora una volta dovesse verificarsi il persistere di comportamenti di assoluta insensibilità e indifferenza al problema – Ha fatto sapere Saccomanno – i componenti del comitato saranno pronti ad avviare iniziative di protesta senza escludere l’eventualità di una occupazione pacifica delle prefetture, o dei municipi di Rosarno, San Ferdinando e Nicotera».
Francesco Comandè