REGGIO – Quattro medici agli arresti domiciliari e sette misure di sospensione dell’esercizione della professione medica e sanitaria per 12 mesi (nei confronti di sei medici e di una ostetrica. Sono questi i numeri dell’operazione Mala Sanitas, effettuata questa mattina dalla Guardia di Finanza di Reggio Calabria.
Le persone coinvolte sono accusate di falso ideologico e materiale e di interruzione di gravidanza senza consenso. I reparti al centro dell’inchiesta sono quelli di di ostetricia e ginecologia, di neonatologia e di anestesia dell’ospedale “Bianchi-Melacrino-Morelli” di Reggio Calabria.
La Guardia di Finanza ha eseguito l’ordinanza emessa dalla sezione Gip del Tribunale di Reggio, su richiesta della Procura della Repubblica.
Secondo gli inquirenti, in occasione di errori medici, veniva messo in piedi, dall’intero apparato sanitario, un sistema di copertura per permettere ai responsabili di sottrarsi alle possibili conseguenze giudiziarie.
Gli episodi contestati riguardano in particolare i decessi di due bambini appena nati, le lesioni irreversibili di un bambino invalido al 100 %, i traumi e le crisi epilettiche e miocloniche di una partoriente, il procurato aborto di una donna non consenziente e numerose lacerazioni di parti intime di altre pazienti.
Sono agli arresti domiciliari l’ex primario Antonio Vadalà, e i ginecologi Filippo Saccà, Alessandro Tripodi e Daniela Manunzio, mentre sono state sospese altre sette persone: la neonatologa Mariella Maio, l’ostetrica Giuseppina Gangemi, i due anestesisti Annibale Musitano e Gigi Grasso, i ginecologi Francesca Stiriti, Salvatore Timpano e Antonella Musella.