ROSARNO – Accolta all’interno dell’auditorium comunale “F. Foberti”, Laura Boldrini, Presidente della Camera dei Deputati, ha esordito attaccando gli uomini di ‘ndrangheta e riportando quanto accaduto di recente al sindaco di Nicotera, Francesco Pagano, contro la cui abitazione sono state sparate alcune raffiche di kalashnikov. «Questa gente lede i diritti dei cittadini, facendo regredire la Calabria che, in casi come questo, diventa uguale ai Paesi in guerra nei quali non viene riconosciuto lo stato di diritto».
Subito dopo l’attenzione è stata posta sul lavoro svolto dai giornalisti nella nostra regione: «mi ha sempre colpito il fatto che in Calabria i quotidiani nazionali non abbiano redazioni. Proprio in virtù di ciò i cronisti locali sono più esposti e mettono a repentaglio la loro vita per accendere i riflettori sulla realtà regionale». La terza carica dello stato ha poi invitato tutti a riflettere sulle parole pronunciate da papa Francesco, nei giorni scorsi, a Lampedusa: «la politica, in materia d’immigrazione, dovrebbe far proprie le parole del pontefice, il quale ha parlato della nostra incapacità di piangere e di assumerci le giuste responsabilità. Dovremmo uscire dalle contrapposizioni ideologiche, dal populismo e dall’utilizzo strumentale della materie migratorie, che devono invece essere governate con lucidità».
Tra gli altri temi, quello della nuova norma, votata all’unanimità, sul “voto di scambio”, per la quale si è battuto, in prima persona, don Luigi Ciotti nonchè quello sulle “donne di mafia”: «non lasciamole sole una volta che esse hanno trovato il coraggio di pentirsi. La Calabria ha visto nascere una primavera femminile che va sostenuta. Vanno valorizzati i percorsi di chi ha dimostrato un grande coraggio decidendo di collaborare con la giustizia, pur provenendo da potenti famiglie mafiose».
Ad ascoltare le parole della Boldrini, in sala, oltre ai sindaci del circondario (ai quali si sono aggiunte la dimissionaria Lanzetta e Carolina Girasole) vi erano Giuseppe Raffa, presidente della provincia di Reggio Calabria, Federico Cafiero De Raho, procuratore della Repubblica di Reggio Calabria, Giuseppe Creazzo, procuratore capo della Repubblica di Palmi, monsignor Francesco Milito, vescovo della diocesi di Oppido/Palmi, don Pino Demasi referente di “Libera” per la piana di Gioia Tauro e molti imprenditori e volontari locali, pronti a raccontare le loro storie ed a ricevere la solidarietà della terza carica più importante dello Stato italiano.
A prendere la parola per primo è stato il presidente Raffa, il quale ha subito ringraziato per «l’importante segnale che tale visita ha assunto per un territorio che soffre da sempre di una sorta di vacatio della politica nazionale». Subito dopo è toccato a Antonio Bottiglieri, presidente del consiglio comunale cittadino, che ha chiesto «un aiuto per rilanciare le sorti di un territorio dalle molte potenzialità inespresse come il nostro». Sulla stessa lunghezza d’onda Elisabetta Tripodi, sindaco medmeo: «siamo stanchi di lamentarci e piangerci addosso, incolpando lo Stato per le nostre disgrazie. Noi dobbiamo diventare la Calabria che si rimbocca le maniche».
Raimondo Paparatti, capogruppo del Pdl locale, ha spiegato quanto «questa cittadina sia laboriosa ed accogliente nei riguardi di quanti, negli ultimi 30 anni, sono arrivati in cerca di fortuna sia dall’Africa che dai Paesi dell’est Europa». Ed ancora Grace D’agata, consigliera comunale piddiina che ha raccontato di una «Rosarno “metafora del sud” con tutte le contraddizioni che questo si porta dietro». Luciana Tripodi, imprenditrice agricola locale, ha definito la cittadina in riva al Mesima «terra di bella gente e buoni frutti», chiedendo alla Boldrini interventi economici che consentano ai piccoli imprenditori di non essere soffocati dai debiti per via della mancanza di accesso al credito. Domenico Macrì e Giuseppe Scandinaro hanno esposto le loro istanze relative alla crisi portuale ed alla questione Lsu/Lpu.
Prima di cedere la parola al presidente della camera, il microfono è passato per le mani di Despina Ivasenco (associazione Omnia), Nino Quaranta (“Sos Rosarno”), Gaetano Saffioti (imprenditore edile palmese sotto scorta per aver denunciato i suoi aguzzini mafiosi), Nino De Masi (imprenditore contro il pizzo che ha denunciato la ‘ndrangheta e i tassi “da usurai” delle banche), Carmela Lanzetta (ex sindaco di Monasterace) e Carolina Girasole (sindaco di Isola Capo Rizzuto).
Dopo aver fatto proprie le istanze di tutti i relatori presenti, Laura Boldrini ha spiegato che «questa visita in Calabria, a Rosarno nello specifico, deve rappresentare un forte segnale sia per i problemi dell’immigrazione, sia per lo stato di marginalità in cui versa questa bellissima quanto difficile terra». La donna, infatti, era stata nella cittadina medmea, in qualità di “Alto Commissario dell’Onu per i Rifugiati”, nel gennaio 2010, subito dopo gli ormai famosissimi “scontri” tra immigrati e popolazione indigena. «In virtù di ciò – ci ha tenuto a spiegare – so bene cosa questo territorio sia in grado di esprimere: oltre alla bruttura palesata da quell’episodio, ho constatato di persona quanta umanità vi è tra la gente che vive qui».
In chiusura, il Presidente della Camera ha dettato le linee guida per attivare un circolo virtuoso in quelli che, a ragione, sono considerati circondari ad alta densità mafiosa: «lavoro, cultura, istruzione e rispetto per le donne, che quasi sempre vengono considerate l’anello debole ma che in realtà – e sia Maria Concetta Cacciola che Giusy Pesce ce lo hanno dimostrato con i fatti – sono le uniche foriere di quei processi di cambiamento in grado di scuotere le coscienze ed invertire le tendenze».
Francesco Comandè