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L’ospedale della Piana, eterna struttura “fantasma”

Rendering Ospedale

Se non fosse un tema serio e di grande importanza quale la sanità è, si potrebbe pensare di essere su “Scherzi a parte” da circa 15 anni. Da quando, cioè, è stato annunciato che nella Piana di Gioia Tauro – a Cannavà di Rizziconi prima, a Palmi in un secondo momento – sarebbe sorto un ospedale nuovo.

Una notizia che allora fu accolta di buon grado da cittadini e politici che una mattina si son svegliati e hanno visto chiudere diversi ospedali nella Piana.

Ma 15 anni dopo quel proclama tale è rimasto: si sono susseguiti governi regionali, commissari ad acta, crono programmi e annunci vari, ma dell’ospedale (che non sbagliamo se lo definiamo “fantasma”) neanche l’ombra.

Niente, solo rinvii di mese in mese che hanno avuto come effetto quello di esacerbare gli animi dei cittadini, più e più volte scesi in piazza a manifestare, a chiedere una risposta sanitaria adeguata. A rivendicare uno dei diritti fondamentali, quello alla salute.

I cittadini sono stati sentiti, non ascoltati perché se qualcuno li avesse ascoltati davvero avrebbe letto nelle loro parole paura e disperazione.

Questa mattina, poi, l’epilogo che ha rasentato il grottesco: alcuni sindaci della Piana, invitati dal primo cittadino di Palmi, si sono uniti alla protesta dal basso delle associazioni del territorio, e sono andati a Catanzaro alla sede della Regione per essere ricevuti dal presidente della Regione Calabria Occhiuto, a cui il sindaco Ranuccio avrebbe inviato una richiesta di udienza solo due giorni fa.

Un buco nell’acqua: il presidente Occhiuto era fuori, motivi istituzionali lo hanno portato a non essere presente e a “giustificare” l’assenza tramite un video di 7 minuti, in cui dice tutto e niente: «gli ospedali che abbiamo in programma di ammodernare o realizzare in Calabria non perderanno neanche un euro. Non abbiamo tolto soldi alle strutture ma abbiamo solamente rivisto le modalità di finanziamento della spesa».

Risposta, questa, di facciata, che non mette il presidente al riparo da ulteriori critiche che si aggiungono a quelle che da giorni piovono su di lui, da quando in un video pubblicato sui social ha parlato degli ospedali di Vibo Valentia e della Sibaritide, senza però menzionare quello della Piana.

Dal canto suo, però, il sindaco di Palmi avrebbe potuto scegliere una strada diversa per interloquire con il presidente della Regione su un argomento di così delicata importanza: non gli mancavano né i modi né le occasioni. Una richiesta di udienza ufficiale tra uomini delle istituzioni avrebbe dato una valenza diversa alla questione, e invece Ranuccio ha scelto di “intrufolarsi” tra la gente, probabilmente sapendo che si sarebbe trovato una porta chiusa in faccia.

A 15 anni da quel proclama, è più che evidente che c’è qualche problema che rende la procedura di realizzazione dell’ospedale complessa, difficile o – chissà – impossibile, ed è altrettanto impossibile che chi è del settore non sappia dove si trova il “guasto”.

Che aspettano a dirlo? I cittadini non hanno forse il diritto di conoscere la verità su questa spinosa vicenda? L’ospedale si farà o no? E nell’attesa, lo garantite il diritto alla salute ai cittadini della Piana?

C’è un territorio che sta morendo, c’è un territorio che invoca diritti e che ha sete di buona sanità, che non si accontenta di sapere che dei tralicci sono stati rimossi (dopo 15 anni? Ma scherziamo?) dal terreno destinato al nuovo ospedale.

C’è una Piana incazzata perché vuole il suo ospedale, che non ne può più dei proclami.

Adesso è il momento di fare, basta con le parole.

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