GIOIA TAURO – Dovrebbe essere il nostro tesoro, una risorda da sfruttare mentre qualcuno preferisce usarlo coome discarica. E’ il destino del mare che bagna Gioia Tauro.
C è poco da stare allegri a vedere, durante le mareggiate, la spiaggia che s’inonda di ogni sorta di rifiuto:carcasse di pneumatici, bottiglie di plastica, lattine di alluminio, ferraglia varia, reti metalliche, qualche elettrodomestico usato e perfino di tante siringhe usate (per non farci mancare nulla).
Uno spettacolo vergognoso se si pensa anche alla notevole quantità di rifiuti che probabilmente giacciono nei fondali e molti altri ancora in attesa di essere spiaggiati.
Tutto ciò che l’uomo lascia alla custodia del mare, il mare lo rigetta come a volersi “vendicare” E c’è da indignarsi non poco a pensare che esistono ancora i “Barbari”, ovvero quelle squallide persone convinte che il mare possa smaltire tutto e per questo ci buttano qualsiasi tipo di rifiuto. Non sanno che servono 500 anni per smaltire un piccola lattina di alluminio e 100 per una busta di plastica.
Se non poniamo un rimedio a questo sfascio, il nostro meraviglioso mare finirà inevitabilmente a collassare sotto una montagna di rifiuti.
E’ necessario avere più consapevolezza del fatto che inquinare il mare e i corsi d’acqua non è una buona idea per almeno tre ragioni: si crea un danno alla natura, si deturpa il paesaggio costiero con conseguenza negative sul turismo, ma soprattutto è pericoloso per l’uomo, perché i rifiuti e la sostanze tossiche contaminano le acque e i pesci, che non di rado finiscono sulle nostre tavole.
Pasquale Patamia