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Le foto della celebrazione della Theofania ortodossa

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SEMINARA – Ieri mattina, 6 gennaio, nel Monastero Ortodosso dei Santi Elia il Giovane e Filareto l’Ortolano, a Seminara, è stata celebrata la festa della Theofania che per gli Ortodossi è una festività cristiana più importante del Natale, seconda solo alla Pasqua.

La Theofania riprende l’episodio evangelico del Battesimo di Cristo nel Giordano, quando si manifestano per la prima volta all’umanità le tre Persone del Padre, del Figlio e del Santo Spirito. La Trinità, ovvero, Dio nella sua interezza si manifesta all’uomo e pertanto, dal greco, Theofania.

Sebbene la data coincida con quella dell’Epifania cattolica ed il significato di entrambi i termini sia sostanzialmente quello di Manifestazione di Dio, le due Chiese, cattolica ed ortodossa, celebrano due diverse manifestazioni. Per i primi è l’Adorazione dei Magi e celebreranno il Battesimo nel Giordano domenica prossima; per i secondi la theofania, è, appunto, il Battesimo di Cristo, avendo già celebrato la Manifestazione ai Magi lo stesso giorno del Natale.

Infatti, a Seminara, il momento più atteso dai fedeli, la Benedizione delle Acque, al termine dell’officiatura liturgica, l’immersione di una croce nel fonte battesimale con suggestiva gestualità, è stato un continuo rimando al rito del battesimo. L’acqua così benedetta, chiamata aghiasmòs, santificazione, è stata copiosamente aspersa sui fedeli e bevuta dai partecipanti al rito. Nei Paesi ortodossi, si usa benedire fiumi e mari con il lancio della croce che viene ripescata in una gara tra i fedeli che si tuffano nelle acque gelide.

Il perché di questa sovrapposizione è riconducibile al fatto che, nella Chiesa delle origini, si celebravano nello stesso giorno le tre Theofanie, o Epifanie, del Signore, ovvero, la Nascita di Gesù Cristo con la manifestazione ai Circoncisi (i pastori) ed ai Gentili (i magi); il Battesimo nel Giordano con la manifestazione della Trinità; il Miracolo di Canaa con la manifestazione della Gloria presente nel Figlio di Dio. Col tempo, le Chiese Locali dislocarono in vario modo queste celebrazioni nel corso dell’anno liturgico fino a giungere alle note configurazioni odierne; altri Cristiani come gli Armeni, invece, mantengono la configurazione unitaria originaria.

Tornando alla cronaca, oggi, invece, 7 gennaio, come ogni anno, le Chiese Ortodosse che seguono il vecchio calendario giuliano, con 13 giorni di ritardo rispetto al corrente calendario gregoriano, festeggiano il Natale.

Tra questi si annoverano i Russi, i Serbi ed i Monasteri Athoniti. Celebrazioni che si terranno anche in Calabria, aggiungendosi a chi ha già celebrato il 25 dicembre con il Nuovo Calendario, presso le altrettante numerose comunità di Ortodossi legate al Vecchio Calendario.

Testo di Walter Bonanno
Foto di Antonio Riefolo

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