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La Varia alla Mostra del Cinema di Venezia

La “scasata” della Varia di Palmi arriva a Venezia, alla 75° edizione della Mostra Internazionale del Cinema. Domani 6 Settembre, a partire dalle 16e30, sarà proiettato il docufilm dal titolo “Un patrimonio sulle Spalle” di Francesco De Melis, prodotto dall’Istituto Centrale per la Demoetnoantropologia del Mibact.

Il documetario, presentato in anteprima a Sassari lo scorso febbraio, è dedicato alle quattro feste che fanno parte della Rete delle Grandi Macchine a Spalla, i Gigli di Nola, la Varia di Palmi, i Candelieri di Sassari e la Macchina di Santa Rosa di Viterbo, riconosciute dall’Unesco patrimonio immateriale.

La serata sarà condotta da Patrizia Giancotti; parteciperanno il regista ed etnomusicologo Francesco De Melis; Patrizia Nardi, responsabile tecnico-scientifico e focal point della Rete delle Grandi Macchine a Spalla; il senatore Lucia Borgonzi, sottosegretario di Stato per i Beni e le Attività Culturali; Caterina Bon Valsassina, direttore generale Archeologia, Belle Arti e Paesaggio; Leandro Ventura, direttore dell’Istituto Centrale per la Demoetnoantropologia; Stefania Baldinotti, funzionario antropologo dell’Istituto Centrale per la Demoetnoantropologia; Nicola Sanna, sindaco di Sassari in rappresentanza di tutte le Comunità della Rete.

“La Rete al Festival di Venezia, tra gli eventi culturali di rilievo di Italia Pavilion 2018, è il riconoscimento al lavoro che abbiamo svolto dopo Baku e negli ultimi anni, con grande responsabilità e partecipazione delle comunità, delle istituzioni delle città della Rete, degli uffici ministeriali di ICDe, l’Istituto Centrale per la Demoetnoantropologia che segue il nostro Piano di comunicazione e divulgazione – è il commento della responsabile tecnico-scientifico della Rete Patrizia Nardi – Un altro importante risultato anche in vista del Rapporto periodico che la Rete, il prossimo anno, dovrà inviare all’Unesco per documentare le buone pratiche di salvaguardia messe in atto”.

Le Macchine a Spalla sono impressionanti strutture portate in processione a spalla da centinaia di persone nel corso di feste religiose profondamente radicate nella tradizione mediterranea, animate da un’intensa partecipazione collettiva.

Dal 2005 formano la Rete delle Feste delle Grandi Macchine a Spalla – protagonista del documentario – che per la spettacolare complessità degli elementi messi in gioco e per l’importanza che riveste all’interno delle rispettive Comunità è stata decretata dall’Unesco Patrimonio dell’Umanità, oltre che “modello e fonte di ispirazione”.

Girato “dall’interno” nel corso delle quattro feste, non a caso con la tecnica della “macchina a spalla”, il film è un incessante contrappunto di immagini e suoni prelevati “fisicamente” dal “cuore” delle feste nel corso di numerose campagne di ricerca etnografica sul campo.

Il complesso missaggio del video, condotto su molteplici tracce audio, mira a far vivere un’esperienza di percezione contemporanea relativa a tutte le sonorità delle feste, come se si trattasse di un’unica cerimonia, scandita da un’unica partitura, per restituire al pubblico l’intensità del trasporto rituale come vissuto in prima persona, ossia dal punto di vista e dal “punto di udito” degli stessi portatori.

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