Da ieri sera la Tendopoli di San Ferdinando è “zona rossa”: nessuno può entrarvi né uscirvi.
Il provvedimento con cui viene disposta la chiusura del campo di accoglienza porta la firma del Vice Presidente della Regione Calabria, Antonio Spirlì, e si è reso necessario dopo che alcuni ospiti della Tendopoli, che si trova nella II zona Industriale di San Ferdinando, sono risultati positivi al Coronavirus.
La notizia ha generato tensione all’interno del campo di accoglienza. Ieri sera un gruppo di migranti si è scagliato contro le forze dell’ordine che presidiavano la zona, controllando che nessuno entrasse ed uscisse dal campo. Sono stati lanciati dei sassi. La protesta è durata qualche minuto. È stato staccato anche l’impianto di energia elettrica.
Per fortuna nessuno, né forze dell’ordine né migranti, ha riportato ferite ma si è reso necessario l’intervento di ulteriori agenti del Commissariato di Gioia Tauro con un mezzo blindato.
Il sindaco di San Ferdinando, Andrea Tripodi, ha inviato una nota stampa pochi minuti fa.
«Provoca sgomento e indignata delusione la rabbiosa contestazione messa in atto, presso la Tendopoli di San Ferdinando, da parte di un consistente gruppo di migranti ospitati nella stessa struttura – scrive – La contestazione, inattesa e improvvisa, si è conclusa con una proditoria sassaiola contro il reparto Mobile della Polizia di Stato, schierato a presidio della zona rossa istituita per isolare il contagio e garantire la quarantena. Esiti più drammatici sono stati evitati solo grazie alla pronta, risoluta e consapevole azione di contenimento operata dagli agenti della Polizia di Stato, coordinati in loco dal Primo Dirigente Diego Trotta. Nell’esprimere sentimenti di vicinanza e gli auguri più affettuosi ai due poliziotti feriti, desidero rinnovare, anche in questa circostanza, la più profonda gratitudine dell’amministrazione comunale di San Ferdinando alle Forze dell’Ordine che, spesso, pagano in prima persona le conseguenze di una politica distante o indifferente rispetto a un fenomeno sempre più spinoso e gravemente drammatico. Quanto accaduto è l’ennesima testimonianza di un malessere molto più diffuso che reclama, da una parte, il rapido superamento della Tendopoli di San Ferdinando ma, anche, una strategia risolutiva delle dinamiche migratorie in tutta la Piana. Chiedo, per l’ennesima volta e con rinnovata energia, al governo centrale e all’istituzione regionale di intervenire per governare la complessità di un fenomeno che può trasformarsi in risorsa ma anche generare derive violente e antidemocratiche».