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La riflessione di Mimmo Petullà: «costruire rete di solidarietà intorno ai più piccoli»

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Riceviamo e pubblichiamo:
Mimmo PetullàLa dipartita del piccolo Antonino ha generato – senza ombra di dubbio – il trauma di un dolore collettivamente associato. Il drammatico evento, difatti, se da una parte è stato percepito a un più intimo livello – dove si colloca la dimensione affettiva – dall’altra non è sfuggito ai risonanti e non trascurabili legami di natura sociale.

Essi si sono lasciati cogliere in un abbraccio, carico di una forte dimensione simbolica, che è stata capace di esprimere un considerevole livello di partecipazione civica.

Si è trattato di un’esperienza che ha innescato, tra l’altro, forme di solidale e interiorizzata condivisione della sofferenza. Il suo impatto, in questo modo, è stato dotato di senso e redistribuito, grazie al supporto di parole e al rinsaldamento di sentimenti, che a loro volta hanno contribuito a ricreare e a diffondere fiducia.

In ogni caso è stata per tutti – nessuno escluso – una straziante tragedia. Quanto detto, tuttavia, non giustifica il fatto che a Taurianova il rafforzamento della coesione sociale debba farsi apprezzare – pressoché esclusivamente – nelle rappresentazioni pubbliche della morte, per poi perdere gradualmente la sua consistenza nel periodo successivo.

D’altra parte, per quanto tali rituali comincino a non essere così rari – anche a motivo di un’intrinseca e comunitaria necessità – vi è da aggiungere che essi non sempre appaiono in grado di far convergere la medesima tensione su talune problematiche, cui a volte la tragicità dei fatti accaduti rimanda. Lungo questa direzione di senso, la surriferita disgrazia sembra richiamare l’attenzione – se non altro per alcuni versi – sulla delicata questione degli spazi pubblici, che anche nella nostra realtà i bambini hanno difficoltà a condividere liberamente e serenamente.

Forse è tempo d’interrogarsi – più precisamente di aprire un serio dibattito – nel tentativo di capire come possa essere possibile aumentare la fruibilità dell’ambiente urbano, ovviamente non facendo venir meno l’urgenza della sicurezza. Proprio questo bene sociale pone di fronte a una sfida – alla sua radice di natura culturale – che non può non essere raccolta anche dal corresponsabile coinvolgimento dei cittadini più adulti, a partire da coloro che sono parte integrante del mondo della scuola e delle associazioni. Intorno ai più piccoli, difatti, si tratta di costruire una fitta rete di solidarietà, capace di produrre le migliori condizioni di gestione, protezione e autonomia del tempo libero.

In ogni caso, uno dei più interessanti punti di partenza è individuabile nella possibilità di ascoltare proprio i più piccoli, incoraggiando la loro feconda e sorprendente attenzione, magari mediante l’istituzione di una vera e propria consulta aggregativa dei bambini. E’evidente che non si tratta per niente di costituire la pedissequa fotocopia di un consiglio comunale – iniziativa, peraltro, in altri contesti già ampiamente sperimentata – bensì d’inventare un vero e proprio strumento di partecipazione democratica, che sia rappresentativo della locale e multiculturale popolazione scolastica. A quest’organismo potrebbero fare riferimento – in primo luogo – i Commissari Straordinari, raccogliendo dai protagonisti suggerimenti e considerazioni: un impegno, questo, volto non solo a riconoscere nuovi bisogni, ma anche a sollecitare un senso di appartenenza più responsabilmente critico alla vita della città.

E’ essenziale, frattanto, sforzarsi al fine di creare le condizioni per provvedere all’apertura del palazzetto dello sport, di cui ormai da qualche tempo si sta efficacemente parlando: i suoi antichi ritardi, nella mancanza della messa in funzione, rivelano il volto di un umiliante, ostile – e non più tollerabile – insulto ai diritti dei ragazzi taurianovesi.

Mimmo Petullà

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