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La recensione: Il rock attuale dei VioladiMarte

GIOIA TAURO – Sono lontani gli anni in cui le idee musicali di lungo respiro venivano spalmate in un intero 33 giri a dispetto della moda imposta dai discografici dei classici 3 minuti 3.

Si chiamavano “concept album” a significare che le parole e la musica hanno sempre bisogno di un filo conduttore per esprimere idee e contenuti.

I cosentini VioladiMarte hanno colto perfettamente il senso di tutto ciò e lo hanno traferito in un CD pieno di significato e di forza d’urto.

“La sindrome dei Panda” è un bel lavoro a 10 strati (tanti sono i brani che lo compongono) denso di suoni e colori, che identifica l’apatia e la (dis)illusione dell’uomo e il suo disordine di vivere nella quotidianità.

Il materiale sonoro presentato in giro per l’Italia, la dice lunga sulle attitudini musicali della band, spaziando dal Brit-rock dei Seventies alle energetiche impressioni rock dei nostri tempi, e l’uso intelligente della lingua italiana li colloca in un contesto senza frontiere.

Per afferrare lo spirito del suono caldo e coinvolgente hanno registrato il disco unicamente in “analogico” rinunciando a suoni più performanti ma che lasciano il tempo che trovano dei freddi suoni digitali.

Musicalmente offrono uno show totale carico di tensione e tecnica con la fusione di strumenti non convenzionali per il rock come il violoncello, che si spoglia dei panni classici per diventare innovativo e ultramoderno.

Non basta un solo ascolto del loro nuovissimo CD per entrare nello spirito del lavoro, tante sono le sonorità e le impressioni offerte all’ascolto, ma d’altra parte anche i diamanti pazzi hanno tante facce.

I VioladiMarte hanno presentato il loro cd nell’ultimo appuntamento della rassegna Rock Blues, organizzata dal Quarto binario, alla stazione di Gioia Tauro.

Pino Romeo

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