Riceviamo e pubblichiamo:
Siamo grati alle forze di polizia e alla Dda di Reggio Calabria che con l’operazione Metauros hanno iniziato a fare luce sulla cattiva gestione e sull’ingerenza della ndrangheta sia sull’inceneritore che sul depuratore di Gioia Tauro.
Dal giorno in cui è stata fondata, la nostra associazione si è battuta per chiedere controlli ed eventuali sanzioni per il funzionamento scorretto dei due impianti.
Durante la campagna elettorale del 2015, mentre altri prospettavano miracoli ai cittadini, noi abbiamo attaccato duramente i vertici della Iam, chiesto maggiori controlli, contestato la cattiva gestione del termovalorizzatore con l’impegno, in caso di vittoria anche di firmare l’ordinanza di chiusura dei due impianti, se non fosse cambiata la pessima gestione nota a tutti. Abbiamo inoltre sostenuto tutti i comitati nati nel tempo in difesa del territorio e dell’ambiente.
Ciò che è emerso in questi giorni conferma che non ci sbagliavamo. Per questo speriamo che l’operazione sia solo il primo passo di un percorso che assicuri alla giustizia tutti coloro che hanno fatto affari illeciti sulla salute dei gioiesi e dell’ambiente.
Non ci possono essere zone d’ombra , la gestione degli impianti deve essere trasparente. Dobbiamo essere certi certi che la ndrangheta e il malaffare non abbiano più la possibilità di interferire in alcun modo.
L’associazione
La città futura