GIOIA TAURO – E’ arrivata in porto a Gioia Tauro, la nave statunitense Cape Ray.
L’unità navale, partita dal porto spagnolo di Rota, imbarcherà domani il carico di armi e sostanze chimiche requisito al regime siriano di Assad e, attualmente, in rotta verso la Calabria a bordo del cargo danese Ark Futura.
La Cape Ray, che si occuperà di smaltire le sostanze chimiche in acque internazionali, è giunta in porto accompagnata dalle motovedette della Guardia costiera.
Ieri pomeriggio la Cgil ha reso noti i particolari dell’operazione e ha avanzato alcune richieste precise al Governo.
«Chiediamo che il tavolo sul porto diventi immediatamente operativo e che venga velocizzato l’iter per l’approvazione della zona economica speciale – ha detto il segretario della Piana, Nino Costantino – vogliamo garanzie sulla costruzione del rigassificatore e della piastra del freddo. Chiediamo inoltre al presidente Renzi – ha detto ancora Costantino – indichi la città di Gioia Tauro come sede dell’osservatorio internazionale sulla Logistica e l’area dello stretto per Frontex, l’agenzia europea per la gestione della cooperazione internazionale alle frontiere esterne degli Stati membri dell’Unione europea».
Il segretario della Filt Cgil ha dato numerose informazioni riguardo al trasbordo delle armi. «Saranno movimentati in tutto 79 contenitori. – ha detto – I primi tre saranno quelli contenenti il principio attivo e avranno un triplo imballaggio di sicurezza. I container non toccheranno terra e le operazioni si svolgeranno al centro della banchina. Il porto resterà chiuso 48 ore ma le operazioni dovrebbero durare circa venti ore e coinvolgere 30 operatori della Medcenter».
Ulteriori particolari sulle operazioni sono stati forniti dal rappresentate dei lavoratori sulla sicurezza del sito Michele Larosa e da Salvatore Larocca.
Michele gravano, segretario regionale della Cgil, ha chiarito che la priorità è che tutto vada per il meglio e che il trasbordo venga effettuate in totale sicurezza. «Al termine dell’operazione – ha aggiunto Gravano – pretenderemo il rispetto degli impegni assunti dal Governo lo scorso febbraio. Se ciò non dovesse avvenire la reazione della Cgil sarà molto dura».
Lucio Rodinò
