Di Francesco Lacquaniti – Sono trascorsi 93 anni da quel lunedì 27 maggio 1929 allorquando il Giro d’Italia, giunto alla sua 17a edizione (con il lombardo Luigi Ganna “il re del fango” a fare sua nel 1909 la primissima della serie snodatasi per 2448 Km.), toccò per la prima volta le sterrate strade calabresi, con la 5a tappa Potenza > Cosenza di 264 Km, il cui vincitore della stessa e della tappa successiva Cosenza > Salerno, fu Alfredo Binda “il trombettiere di Cittiglio”; la prima leggenda del ciclismo che avrebbe vinto quella edizione del Giro per la quarta volta chiudendo con una strabiliante cinquina nel 1933.
Cinquina eguagliata, negli anni a venire, da altri due ciclisti altrettanto leggendari Fausto Coppi (il cui primo sigillo nel 1940 lo ottenne alla giovanissima età di 20 anni e 268 giorni… un record che resiste tutt’ora) e il belga Eddy Merckx “il cannibale”. Il giorno dopo la vittoria di Alfredo Binda il quotidiano “Il Littoriale” titolò “Battaglia mancata nella durissima V tappa del Giro d’Italia… Alfredo Binda vince ancora in volata a Cosenza… contro un gruppo che le asperità del percorso non hanno valso a scindere”.
Nel 1930, inventandosi una sorta di corsa a inviti alla quale non vi prese parte Alfredo Binda escluso per manifesta superiorità, la Calabria venne toccata altre tre volte, con la 4a, 5a e 6a tappa, le prime due delle quali, Reggio Calabria > Catanzaro (percorso che toccò anche Palmi) e Catanzaro > Cosenza, videro vincere l’astigiano classe 1909 Luigi Marchisio, che avrebbe vinto per l’unica volta la stessa edizione del Giro, e il novarese classe 1903 Domenico Piemontesi, mentre la 6a tappa Cosenza > Salerno fu appannaggio di Allegro Grandi.
Per rivedere sfrecciare il Giro nell’ultimo lembo d’Italia si dovettero attendere ben 19 anni era, infatti, il 1949 quando, a conclusione di quella che sarebbe stata la 32a edizione, trionfò per la terza volta Fausto Coppi, che precedette l’eterno rivale Gino Bartali, con il vicentino Sante Carollo, ultimo classificato, al quale andò la maglia nera assegnata dal 1946 al 1951 ed eccezionalmente nel 1967. Maglia nera che ebbe nel tortonese Luigi Malabrocca colui che la vestì più volte (2…) anche se per farla sua a tutti i costi faceva di tutto nascondendosi finanche nei bar, nelle scarpate, nei fienili e nelle cantine. Trascorsi 15 anni di silenzio arrivati nel 1954 giunse nuovamente il turno della Calabria con la disputa di altre due tappe, la 3a, Reggio Calabria > Catanzaro, e la 4a, Catanzaro > Bari, nelle quali a salire sul podio furono i torinesi Nino Defilippis e Angelo Conterno con lo svizzero Carlo Clerici che si sarebbe aggiudicato la 37a edizione di quel Giro.
Negli anni ‘60 la Calabria fu nuovamente interessata da altre tre edizioni, nel 1961, 1965 e 1967, le cui tappe, circoscritte al territorio calabrese, videro trionfare lo spagnolo Antonio Suarez (il primo straniero a vincere in terra calabrese), Adriano Durante e il francese Jean Stablinski. Erano gli anni del ciclista reggino Giuseppe Canale, il primo calabrese a partecipare al Giro d’Italia, e del grande corridore francese Jacques Anquetil il primo dei sette, in ordine cronologico, ad aggiudicarsi i tre maggiori giri nazionali: Tour de France, Giro d’Italia e Vuelta. Arrivarono gli anni ‘70, quelli di Eddy Merckx e di Felice Gimondi, e nelle edizioni del 1972, 1975 e 1976 tre, delle sette tappe calabresi, le vinse il belga Roger De Vlaeminck.
Negli anni ‘80 furono ben sei le edizioni calabresi, nel 1980, 1981, 1982, 1985, 1986 e 1989, per un totale di undici tappe, la cui inedita 11a tappa, del 25 maggio 1982, di quel 65o Giro d’Italia, Palmi > Camigliatello Silano, con la cittadina tirrenica interessata per la prima volta dalla partenza di una tappa, fu vinta dal francese Bernard Becaas… mentre, sempre un altro francese, Bernard Hinault, vinse quella edizione del Giro al quale parteciparono, tra gli altri, Francesco Moser, Giuseppe Saronni e la giovane promessa cosentina, maglia bianca l’anno prima, Giuseppe Faraca.
Gli anni ’90 (ricordando l’edizione del 1998 che seppur non toccò la Calabria fu vinta dal compianto ciclista cesenate Marco Pantani) videro altre cinque edizioni disputarsi in Calabria, nel 1993, 1995, 1996 (con la vittoria finale che andò al russo Pavel Tonkov che precedette il bresciano Enrico Zaina), 1997 e 1999, dove si affermarono Dimitri Konichev (due volte), Maurizio Fondriest, Laudelino Gonzalez Cubino, Angel Alsina Edo, Pasqal Hervè, Davide Rebellin, Mario Cipollini (tra i migliori velocisti di tutti i tempi e detentore del record di tappe vinte… 42), Laurent Jalabert e Jaime Josè Pico Gonzalez.
Nel nuovo millennio gli anni nei quali il Giro si ripresentò in Calabria furono il 2000, 2003 (la 4a tappa Terme Luigiane > Vibo Valentia andò all’australiano Robbie McEwen), 2005 (prologo da Reggio Calabria), 2008 (con Mark Cavendish che si aggiudicò la 4a tappa Pizzo Calabro > Catanzaro), 2011, 2013, 2016 (con il livornese Diego Ulissi che si aggiudico la 4a tappa Catanzaro > Praia a Mare), 2017, 2018 e il 2020 anno nel quale ad aggiudicarsi la 5a tappa Mileto > Camigliatello Silano fu Filippo Ganna il cui nonno Ambrogio era nativo di Varese; città a due passi da Induno Olona che diede i natali a Luigi Ganna. Nel 2017 (100a edizione del Giro disputatasi dal 5 al 28 maggio su un percorso di 3608,1 Km. suddiviso in 21 tappe da Alghero a Milano) la Calabria fu toccata da due tappe, la 6a, Reggio Calabria > Terme Luigiane (interessando, nel tratto reggino, Villa San Giovanni, Scilla, Bagnara Calabra, Barritteri, con il G.P.M., Palmi, Gioia Tauro e Rosarno), vinta dallo svizzero Silvan Dillier, della B.M.C. Racing Team, staccando il belga Jasper Stuyven e coprendo il tragitto, di 217 Km., in 4h58’01’’, e la 7a Castrovillari > Alberobello vinta dall’australiano Caleb Ewan, della Orica Scott, staccando il colombiano Fernando Gaviria e coprendo il tragitto, di 224 Km., in 5h38’18’’, con il lussemburghese Bob Jungels che conservò la maglia rosa conquistata nella 4a tappa Cefalù > Etna.
A vincere la 100a edizione del Giro fu il ventiseienne olandese Tom Dumoulin, secondo giunse Nairo Quintana e terzo il messinese Vincenzo Nibali, tre fra gli innumerevoli cantori di uno sport epico e poetico per antonomasia che ha tinto la Calabria di rosa in 31 occasioni e la ritingerà ancora nel 2022. L’edizione numero 105 del Giro d’Italia, già partita dalla capitale ungherese, Budapest, il 6 maggio e il cui gran finale è previsto all’Arena di Verona il 29 dopo aver pedalato per 3445,6 Km., farà nuovamente scalo in Calabria con la 6a e la 7a tappa e per la seconda volta a distanza di quarant’anni dalla prima in assoluto, dopo la Avola > Etna e la Catania > Messina (prime due tappe in territorio italiano), la partenza di una tappa (la 6a) sarà da Palmi con direzione Scalea (Riviera dei cedri) per proseguire con la 7a tappa Diamante > Potenza. Il percorso della Corsa Rosa che prenderà il via da Palmi giovedì 12 maggio (leggermente ondulato e con un G.P.M. di quarta categoria a Vibo Valentia che si concluderà con una probabile volata) si snoderà per 192 Km.
Il favorito della vigilia è l’equadoregno Richard Carapaz (vincitore nel 2019), con il portoghese Joao Almeida, il britannico Simon Yates e l’olandese Tom Dumoulin a insediarlo. A provare a tenere alta la bandiera del bel paese saranno, invece, il trentasettenne messinese Vincenzo Nibali della Astana Qazaqstan Team (ultimo italiano ad aggiudicarsi il Giro d’Italia nel 2016) e il chietino Giulio Ciccone della Trek Segafredo. L’eritreo Biniam Girmay (secondo in classifica generale dopo la 1a tappa Budapest-Visegrád vinta dall’olandese Mathieu van der Poel), presente assieme ai connazionali Natnael Tesfatsion e Merhawi Kudus, si fregia, invece, d’essere il primo africano ad aver vinto una grande classica World Tour, la Gand-Wevelgem 2022. Tra i 176 ciclisti che hanno preso il via dalla lontana terra ungherese vi è anche un rappresentante di nazionalità ucraina… il diciannovenne Andrij Ponomar.