Iris voleva la sua bambola.
Sin dal mattino piangeva ininterrottamente perché non aveva con sé la bambola che le era stata regalata all’ultimo compleanno dai nonni. Dagli occhi grandi e neri e dai capelli castani, Stellina – così la chiamava, indossava un vestito blu e giallo.
Ci giocava spesso negli ultimi giorni. Si divertiva molto a simulare dei viaggi intorno al mondo con Stellina ed il suo cagnolino di peluche.
Le pettinava le ciocche, le raccontava le storielle prima di addormentarsi e la poggiava sul letto per poi al mattino, da sveglia, darle il buongiorno. Insomma, era diventata più di una bambola!
Ora, chi l’avrebbe confortata? Con chi avrebbe giocato? Non aveva fratelli e la teneva per mano un uomo.
Rimasto vedovo presto, cercò di tirarla su con sforzi e con l’aiuto dei nonni. Ma, ad Iris, in quel momento non importava nulla, le mancava solo la sua bambola ed era tanto triste.
Chissà se in mezzo alle macerie ne avrebbe trovata una uguale… Magari sì, ma non sarebbe mai stata Stellina.
Bhe, poteva darle un minimo di gioia e sollievo, nonostante tutto.
La guerra stava causando morte, distruzione e dolore oramai. Da giorni, lacrime di disperazione solcavano i volti di quella gente che era stata privata del diritto alla vita e alla pace.
Iris, in mezzo a quelle macerie, la cercava invano, ed il viaggio, ora, intorno al mondo lo iniziava a fare per davvero, ma senza la sua Stellina e alla ricerca di quella speranza che a tutti i bambini deve essere data: la Pace.