Visita lampo della segreteria regionale del Partito Democratico per battezzare la nuova sede del Circolo cittadino – collocata ora in Via dei Martiri delle Fosse Ardeatine – che si è presentata ad iscritti e simpatizzanti con ospiti di peso: oltre al segretario regionale Nicola Irto, accompagnato dai dirigenti Tania Bruzzese e Seby Romeo, sono infatti intervenuti il senatore Francesco Boccia, capogruppo del partito al Senato, e Sandro Ruotolo, candidato all’Europarlamento per i democratici nella Circoscrizione meridionale. Dopo i saluti del segretario Marco Policaro e di Antonella Giancotta, in rappresentanza del Direttivo, è toccato a Nicola Irto – intento a corroborare il tour elettorale piddino in Calabria, in lungo e in largo ed in prima persona – fare il punto proprio sulla campagna per le europee focalizzandosi sulla riapertura di nuove sedi «presidio di democrazia e libertà» quale segnale di attenzione verso le periferie chiedendo una mobilitazione al voto massiccia «se vogliamo un’Europa cambiata e forte». Ruotolo ha spiegato i grandi progressi del partito «che è tornato a dire e fare cose di sinistra riconnettendosi col suo popolo tornato finalmente a riempire le piazze» avvertendo la necessità di «fermare l’onda nera» delle destre, che potrebbe dilagare in Europa, con i valori dell’antifascismo e del voto democratico per il sud e per il pacifismo. Il no deciso all’uso delle armi date all’Ucraina in territorio russo ed al ponte sullo Stretto, il riconoscimento urgente dello Stato della Palestina per fermare la guerra e Netanyahu «primo nemico di Israele», l’Europa sociale che garantisca equità e diritti «perché senza non c’è prospettiva» ed un Mezzogiorno più competitivo sono stati i punti salienti del suo discorso senza dimenticare il controcanto ai problemi atavici della Calabria con in testa «una sanità che dopo 14 anni di commissariamento grida vendetta». Sulla stessa lunghezza d’onda Boccia che, spingendo sul tema della necessaria partecipazione ad «un voto importante che non deve essere delegato», ha puntato il dito contro Meloni ed il suo Governo che preme per l’autonomia differenziata «e ci preoccupa per i diritti universali negati che Occhiuto, come altri, hanno già svenduto». Sottolineando l’importanza di far parte «della grande famiglia dei progressisti in Europa» che coltivano gli stessi valori e si battono per garantire gli stessi diritti a tutti i cittadini europei, l’ex ministro ha voluto lanciare una frecciata anche al Salvini populista «che pensa di cavalcare paure e difficoltà invece di dare più diritti a chi ha bisogno» sottolineando l’esigenza di dare «più forza al parlamento europeo per unire l’Europa contro i nazionalismi e guidare, con noi, il processo politico di cambiamento».