Riceviamo e pubblichiamo:
Di seguito nota Enzo Infantino:
La crisi in seno alla maggioranza di centrodestra, che fin qui ha retto le sorti dell’amministrazione comunale, è la metafora di una città che da troppo tempo è piegata su stessa a causa di antichi e rinnovati vizi dei quali sembra non riuscire a liberarsi.
Quattro anni fa l’ex Questore, Ennio Gaudio si presentò all’elettorato con l’immagine dell’uomo forte, che aveva servito lo stato in modo più che onorevole, e che per questa ragione era visto dalla popolazione come l’incarnazione del cambiamento e della novità.
L’elettorato palmese, a fronte della crisi che all’epoca attraversava una intera classe politica (crisi che a dire il vero non si è risolta) lo ha premiato eleggendolo a Sindaco della Città.
Oggi quell’immagine si è fortemente offuscata. Gaudio, come alcuni predecessori, è stato vittima della sua stessa maggioranza. Non mi voglio addentrare in una analisi rispetto alle ragioni per cui da oltre un anno il Sindaco è costretto a navigare a vista a causa dell’ammutinamento di ben sette membri del suo equipaggio. Oggi una cosa è certa: la maggioranza non c’è più e quindi è fallita quella idea di cambiamento che l’amministrazione di centrodestra ha tentato di rappresentare in questi quattro anni.
È del tutto auspicabile che il Sindaco, una volta dichiarata finita l’esperienza politica amministrativa, di cui lui è stato il principale interprete, rimetta il proprio mandato nelle mani dei cittadini ancora prima di verificare la sussistenza di una maggioranza consiliare in sede di approvazione del bilancio comunale. Solo così si può realmente aprire a Palmi una nuova stagione politica.
In tal senso sono convinto che per il futuro bisogna rompere con i vecchi schemi con cui si è cercata la rappresentanza politica. Di fronte alla crisi dei partiti (dei quali in ogni caso non si può fare a meno) bisogna aprire le porte a nuove esperienze che saranno capaci di dare slancio e vigore ad una città che vuole veramente cambiare.
Penso alle ragazze, ai ragazzi, ai tanti movimenti associativi, come Prometeus, che hanno già dato e che vogliono continuare ad offrire un contributo per la crescita culturale e sociale della città.
È necessario fare rete con chi vuole davvero dare una mano immaginando una città diversa, positiva, che vuole continuare ad essere il motore propulsivo della Piana.
A partire da queste esperienze si può lavorare ad progetto nuovo che non si pone in contrapposizione a qualcuno o a qualcosa, ma vuole essere protagonista, assieme ad altri soggetti politici, del cambiamento di cui la città sente il bisogno.
Io da oggi mi metterò a disposizione di questo ambizioso progetto.