PALMI – Dopo il sigillo dell’Unesco che lo scorso dicembre l’ha riconosciuta patrimonio immateriale dell’umanità, la Rete delle grandi macchine a spalla italiane (di cui fanno parte i Gigli di Nola, la Varia di Palmi, i Candelieri di Sassari e la Macchina di Santa Rosa di Viterbo) raggiunge un altro importante traguardo.
Con l’approvazione dell’ordine del giorno firmato dal deputato Paolo Russo, in tema di “diritto di cittadinanza ai beni immateriali Unesco” il Governo assume in via ufficiale l’impegno a garantire a questa parte del nostro patrimonio culturale tutelato dall’organizzazione delle Nazioni Unite le stesse prerogative di legge riconosciute al patrimonio materiale. La misura è stata presentata in sede di conversione del decreto recante disposizioni urgenti per la tutela del patrimonio culturale, lo sviluppo della cultura e il rilancio del turismo, in discussione alla Camera.
Si tratta di un passaggio chiave che fa seguito all’iniziativa assunta dai deputati Massimiliano Manfredi, Alessandro Mazzoli, Demetrio Battaglia e Giovanna Sanna (in rappresentanza rispettivamente di Nola, Viterbo, Palmi e Sassari), con un ordine del giorno riguardante la Rete delle grandi Macchine a spalla italiane finalizzato ad accelerare l’iter di riforma della legge 77/2006 sui contributi ai siti di patrimonio materiale. Un impegno, questo, assunto anche dallo stesso ministro Dario Franceschini che ha confermato l’ipotesi di inserire la norma della modifica della legge 77, direttamente nel prossimo provvedimento legislativo.
In particolare c’è la concreta possibilità di intervenire direttamente nella legge delega di riforma del Codice dei Beni culturali e del Paesaggio, che dovrebbe essere approvata in tempi brevi in Consiglio dei Ministri. Nei prossimi giorni, inoltre, verrà dato il via libera all’atto ministeriale per l’istituzione ufficiale presso il Mibac di una cabina di regia della Rete delle grandi macchine a spalla. Sia il tavolo tecnico che l’azione in favore dell’estensione della legge 77 anche al patrimonio culturale immateriale sono il frutto di un’istanza al Ministero avanzata dalla coordinatrice e responsabile Unesco della Rete, Patrizia Nardi. Il tutto nell’ambito di un’azione sinergica, che sta interessando le comunità e le istituzioni interessate, che dovrà condurre alla formulazione del Piano di salvaguardia condiviso e all’avvio di interventi volti alla promozione, valorizzazione e trasmissione del patrimonio rappresentato dalle Feste.
È una rivoluzione copernicana – afferma soddisfatta Patrizia Nardi – che mette al centro una categoria di beni, quelli appunto di patrimonio culturale immateriale, che sono strettamente legati all’identità di un popolo e che permettono di imbastire ambiti di dialogo e di scambio importanti tra comunità, gruppi, individui. È necessario – aggiunge la coordinatrice della Rete – superare la paradossale situazione dell’Italia che non è ancora nelle condizioni di garantire, come accade per il patrimonio materiale, interventi importanti in favore dei Piani di salvaguardia necessari al mantenimento del brand e della “vitalità” di questo caleidoscopico panorama della cultura di un popolo. Le istituzioni della Rete – conclude Nardi – stanno facendo un grande e importante lavoro di squadra, in linea con lo spirito che ha animato e anima la Rete delle grandi macchine a spalla».