Riceviamo e pubblichiamo:
Al Signor Sindaco
Comune di Polistena
INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA
Premesso che da tempo ormai esorbitante la S.V. non ha inteso dare conto all’interrogazione che riguardava l’ennesimo provvedimento, delibera n° 112 del 30.03.2011, di riordino degli uffici e dei servizi e quindi non ha inteso tranquillizzare dipendenti e cittadinanza sulle obiezioni che erano state poste e che qua in parte riprendiamo nella forma originale (si diceva infatti):
• Sta determinando, tra i dipendenti tutti, un clima di preoccupante diffidenza e profondo malumore che stanno minando la serenità e tranquillità del proprio lavoro;
• Ha instaurato, con i suoi atti ed i continui comportamenti, lesivi della dignità dei dipendenti tutti, il sospetto che, non avendo, fino ad oggi almeno, formulata, attraverso i canali previsti dalla legge, alcuna contestazione sull’efficienza del lavoro, stia procedendo a ripetute operazioni di estromissione e rimozione di quanti non rispondono ai suoi interessi politici ed a quanti ritiene non siano schierati al suo servizio;
• Non percepisce o fa finta di non capire, l’elementare presupposto d’imparzialità e correttezza che un dipendente, che opera in un Ente pubblico debba mantenere, qualsivoglia sia l’Organo politico che in quel determinato momento storico ha compiti d’indirizzo;
• Ha dato avvio, per imporre la sua autorità (si ricordi che c’è una gran bella differenza tra autorità ed autorevolezza) ad una sorta di braccio di ferro con tutti i dipendenti comunali, forse non tutti, talché in tantissimi svolgono il proprio lavoro sentendosi pendere sul capo la famosissima “spada di Damocle”, per cui ogni giorno si sussurra nei corridoi: oggi a chi tocca?
• Ha inanellato, dal giorno della sua elezione a Sindaco di Polistena, una serie di atti che confermano amaramente la sua voglia di “comando” più che di consenso. Senza enunciarli tutti, ci sembrano significativi ed emblematici gli “allontanamenti” (e vogliamo essere decisamente buoni) che hanno coinvolto, ieri, l’ex Capo Ripartizione dei Servizi Sociali, Culturali……ecc, oggi, l’ex responsabile dell’Ufficio Gare e Contratti (ubicato nella Ripartizione Lavori Pubblici), e la diretta collaboratrice del Capo Ripartizione dei Servizi Amministrativi e Generali (alter ego), nonché la sua coadiutrice del settore contenzioso.
Si tratta di personale che ha operato in quei servizi strategici per svariati lustri, che aveva mostrato nel tempo competenza, capacità, professionalità ed esperienza; che aveva acquisito qualificazione e specializzazione (seguendo corsi di aggiornamento e
perfezionamento a spese del Comune e non solo) tant’è che da più parti si faceva ricorso alla loro preparazione per dirimere dubbi e perplessità.
Avevano avuto in questi decenni il compito di ammodernare e gestire servizi che sono stati in continua evoluzione ed importanza per l’azienda Comune. I Servizi sociali, l’Ufficio Gare, Appalti e Contratti e l’Ufficio di Segreteria, sono divenuti ormai, forse dopo i lavori pubblici, tra i settori strategici, il cuore pulsante, per la vita della pubblica amministrazione. Senza contare che, tra questi dipendenti, alcuni avevano espletato pubblici concorsi dove erano indicate specifiche mansioni ed incombenze che Ella, con un colpo di spugna, ha spregevolmente cancellato.
Ed ancora:
• Il trasferimento dell’ex responsabile dell’Ufficio appalti, gare e contratti, nonché dell’alter ego del Capo Ripartizione degli Uffici Generali….ecc., sull’operato dei quali non si ha notizia di “appunti, osservazioni, inosservanze, biasimi, ecc.”, tali da determinare il presente provvedimento organizzativo, appare ingiustificato e spropositato. Le notizie sul suo impegno, attaccamento, responsabilità e competenza nel lavoro, anzi, ha travalicato i confini del nostro Comune, tant’è che il responsabile della SUAP hanno in più occasioni elogiato capacità e competenza, paventando anche l’ipotesi di un impegno diretto presso quel servizio, istituito dalla Prefettura di Reggio Calabria con l’obiettivo di porre argine ai tentativi di turbativa ed infiltrazione della ndrangheta negli appalti pubblici.
Partendo da tali presupposti, mai smentiti, c’è da ipotizzare, allora, che i sopradetti sarebbero stati “puniti”, dopo 35 anni d’impegno e fatica, perché alle ultime elezioni comunali non erano schierati con la S.V., anzi erano “fans” (culpa gravissima) della Coalizione “Polistena nel Cuore”.
Su quanto sopra la S.V. non ha inteso dare una risposta esauriente, anzi ha fatto di più ed allo stato attuale di peggio, aggravando la sua posizione, lesiva della dignità dei dipendenti comunali.
E’ a sua conoscenza che:
• Il dipendente Mario Spanò (relegato per mesi e lo è ancora oggi, in un angolo senza alcuna mansione) ha fatto ricorso contro il provvedimento di epurazione compiuto dalla S.V. innanzi al Giudice del Lavoro che con sentenza del 28.09.2011, “…in accoglimento del ricorso, ordina al Comune di Polistena, in persona del sindaco p.t., di ripristinare Spanò Mario nelle funzioni svolte fino all’emanazione delle deliberazione G.C. n° 112 del 30.3.2011. Condanna l’Amministrazione comunale alla refusione in favore di parte ricorrente (Spanò) delle spese di procedimento che liquida in € 900,00 oltre Iva e Cpa come per legge”;
• Sul merito dell’espropriazione delle mansioni “sul punto il Comune convenuto nulla ha dedotto, non avendo nemmeno indicato una qualche concreta e specifica mansione affidata allo Spanò” – afferma la sentenza.
• Inoltre “L’Amministrazione comunale di Polistena, nell’attribuzione e nella scelta di trasferire il ricorrente presso l’ufficio Servizi Sociali si è resa ancora inadempiente ai più generali obblighi di correttezza e buone fede per aver assegnato lo stesso ad una funzione di fatto priva di contenuto – afferma la sentenza –
• Ancora “L’attribuzione solo formale delle responsabilità di generici procedimenti…disposizione di servizio del 29.4.2011 – costituisce un pesante indizio di volontà di mortificare la dignità professionale del ricorrente…” – afferma la sentenza.
• Infine “Ne discende quindi che Spanò Mario ha diritto al ripristino delle funzioni espletate prima della deliberazione G.C n. 112 del 30.3.2011 la quale …. deve essere disapplicata in quanto illegittima.”- afferma la sentenza.
Come si evince abbastanza chiaramente, quanto a suo tempo denunciammo viene oggi confermato dall’attuale sentenza che, a tutti gli effetti ha valore esecutivo.
Sono trascorsi almeno tre settimane da quando la sentenza le è stata notificata ed il dipendente Spanò Mario continua ad ammuffire in esilio perche ella non ha inteso ancora dare esecuzione alla sentenza.
Il perpetuare di questo comportamento è palesemente persecutorio nei confronti del dipendente Spanò, illegittimo nei suoi confronti e nell’interesse del Comune che oltre a pagare le spese già sentenziate (crediamo però che queste spese debbano essere a carico di chi ha adottato l’atto deliberativo), potrebbe rischiare di pagare gli ulteriori danni che sta arrecando ad un onesto lavoratore.
Ci aspettiamo dalla S.V. un atto di buon senso e di orgoglio, riconosca il suo errore e chiuda definitivamente questa vicenda, ormai già drammatica, ma che rischia di diventare tragicamente grottesca.
I Consiglieri Comunali del gruppo “POLISTENA NEL CUORE”
Giovanni Laruffa (Capogruppo) – Antonio Baglio
Giuseppe Giancotta – Pasquale Iannello – Giancarlo Sanò