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Il sindaco di Rosarno risponde ai consiglieri di “Grande Sud”

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Elisabetta Tripodi

ROSARNO – Il primo cittadino di Rosarno, Elisabetta Tripodi, ha risposto, con un documento protocollato ed inviato al gruppo consiliare di minoranza “Grande Sud”, alla nota «conosciuta a mezzo stampa e mai ricevuta personalmente», pubblicata da alcuni quotidiani locali «in data 30/11/2011», nella quale si parlava di una città «a rischio ed invivibile», a causa di alcuni fattori pericolosi, primo fra tutti «l’invasione degli extracomunitari, che vivono in condizioni disumane, sperando di poter lavorare per la raccolta degli agrumi».

I consiglieri di minoranza, oltre al primo cittadino, attaccavano anche la Regione Calabria, rea di aver adottato «misure che risultano essere insufficienti» per l’emergenza immigrazione. L’attenzione era stata poi spostata «sulla crisi economica e lavorativa» in cui versano i cittadini, aggravata, secondo i membri di “Grande Sud”, «dai recenti sequestri, che hanno eliminato l’economia sommersa che fungeva parzialmente da ammortizzatore per diverse persone».

La nota si chiudeva  con l’esortazione a convocare «un tavolo istituzionale presso la Prefettura, per evitare che vi potessero essere delle conseguenze gravi ed irreparabili come già accaduto in passato».

«L’amministrazione comunale da me guidata dal 13/01/2011 – ha risposto la Tripodi – in relazione alle problematiche connesse alla presenza della criminalità e non, ha dimostrato un’attenzione particolare, adottando una serie di iniziative quali: la costituzione di parte civile nei processi di ‘ndrangheta, il sostegno delle attività scolastiche atte a stimolare nei giovani il rispetto delle regole ed i principi di legalità, il protocollo d’intesa con il Museo della ‘Ndrangheta volto a queste attività», essendosi consolidata la consapevolezza che «solamente attraverso le nuove generazioni si può sperare in un riscatto ed in un vero cambiamento sostanziale e non di facciata»

Proprio in virtù di ciò, ha proseguito l’amministratrice, «alcuni passaggi della nota del 30 novembre scorso, mai inviata alla sottoscritta, mi sono apparsi “agghiaccianti”», in quanto «per un gruppo consiliare che ha a cuore la sicurezza dei cittadini, giustificare l’omertà e la mancata denuncia di reati, per una presunta inutilità, credo sia gravissimo. Chi ha responsabilità di qualunque tipo e rappresenta i cittadini – ammonisce il sindaco medmeo – non può essere disfattista, non può “tra le righe” criticare i sequestri attuati dalla magistratura, perché alla fine hanno eliminato un’economia sommersa».

Questo il punto che sembra aver maggiormente urtato la sensibilità della Tripodi, la quale, insieme ai membri della sua giunta, ha fin da subito fatto capire che tipo di governo attuare in città: «non vi siete chiesti perché l’economia di Rosarno (agricola e commerciale) è in grave crisi? La criminalità organizzata non ha nessuna colpa in tutto ciò? O le responsabilità sono della magistratura?»

Ricordando, infine, che già dal 4 novembre scorso un tavolo istituzionale sulle problematiche connesse all’arrivo dei lavoratori stagionali extracomunitari sul territorio è attivo presso la Prefettura di Reggio Calabria e che «non c’è nessuna sottovalutazione del fenomeno né trascuratezza o ritardi da parte del Comune, che responsabilmente e senza amplificare il problema, ha comunicato dal 23/11/2011, la situazione degli arrivi e l’impossibilità di fare fronte con le sole proprie forze ai numeri, disponendo l’apertura del campo d’accoglienza per la metà di dicembre».

Elisabetta Tripodi ha concluso invitando i consiglieri di “Grande Sud” ad essere più pragmatici e propositivi: «non sono abituata a tacere, ma sono soprattutto abituata a far seguire i fatti alle parole, penso sia più importante che lanciare proclami ed invettive sempre e comunque, quando invece la nostra Città avrebbe bisogno di uno sforzo congiunto, per risolvere i mali che l’affliggono».

Francesco Comandè

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