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Il Maggio dei libri di LabDonne

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Anche Gioia Tauro aderisce al “Maggio dei libri”, la campagna di respiro nazionale per promuovere la lettura e la diffusione del libro. E lo fa grazie al Lab Donne, che con il patrocinio del comune ha previsto tre incontri con l’autore a Palazzo Baldari, a partire dal 19 maggio.

Si inizia infatti alle 17 e 30 con un reading/concerto di Ettore Castagna  “13 gol dalla bandierina” edito da Rubbettino.

I gol veramente segnati dalla bandierina fra il 1974 e il 1981 non sono altro che la metafora e la parabola di una giovinezza. Quella di un ragazzo che sogna vita, musica e rivoluzione rivolgendosi alla figura mitica di Massimeddu (Massimo) Palanca, leggendaria ala sinistra del Catanzaro. Un’intera comunità, da sempre ai margini della vita nazionale, vive le gesta sportive del proprio idolo come un momento di riscatto. 

L’autore descrive un’epoca di forti trasformazioni socio-culturali, di grandi illusioni e altrettante grandi delusioni dando un’immagine della Calabria molto lontana dagli stereotipi. La scuola diventa un laboratorio di trasformazioni generazionali, culturali, sentimentali, non diversamente da quello che accadeva, negli stessi anni, nei licei di città molto meno periferiche.

 

Giovedì 30 maggio allo stesso orario sarà la volta di Marcostefano Gallo con “La fragilità dei palindromi” edito da Ferrari.

Una storia ambientata in un piccolo borgo del Sud reale e immaginario, dal sapore antico e contemporaneo, che evoca un senso di briosa malinconia di fronte all’indecifrabilità del destino, capace di trasformare l’esistenza in un palindromo temporale. Buffi personaggi, buffi equilibri sospesi tra cielo e terra. Odio, inganni, amori, verità. Le vite, da qualunque punto le si osservi, sembrano sempre uguali.

 

Sabato 29 giugno, questa volta alle 18,30, sarà invece presente Paola Di Nicola con “ La mia parola contro la sua”, edito da Harper Collins Italia.

Quando il pregiudizio il è più importante del giudizio. L’autrice Paola Di Nicola ha deciso di affrontare il problema dalle aule del tribunale, ovvero dal luogo in cui dovrebbe regnare la verità e invece troppo spesso regna lo stereotipo. Se impariamo a guardare il mondo con lenti di genere, si apriranno nuovi spiragli, nuovi colori e nuove strade, e allora impareremo che una civiltà senza violenza può esistere, che l’armonia fa parte di noi, che uomini e donne possono stare l’uno al fianco dell’altra con amore e valore, che il nostro modo di parlare può essere più limpido, pulito e chiaro, che il silenzio dei complici si chiama omertà ed è un muro che va abbattuto.

 

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