PALMI – Un defibrillatore, in molti casi, può salvare la vita ed in un luogo affollato e “difficile” come un carcere spesso può rivelarsi uno strumento di fondamentale importanza in casi di malore.
Da oggi anche il carcere di Palmi è dotato di questo importante strumento che l’amministrazione comunale ha voluto donare, consegnandolo direttamente al direttore della casa circondariale Romolo Pani.
Un gesto tanto apprezzato quanto inaspettato, proprio perché proviene da un’istituzione che non ha competenze in materia di sanità.
“Abbiamo compiuto un piccolo miracolo, istituendo uno specifico capitolo di bilancio sulla sanità – ha detto Giuseppe Saletta, vicesindaco di Palmi – Questo ci ha permesso di affrontare piccole spese, come quella per donare il defibrillatore al direttore del carcere. Prossimo obiettivo è quello di donare anche al Tribunale uno strumento così importante”.
Non è questo il primo gesto di vicinanza dell’amministrazione al mondo “dietro le sbarre”; a Natale l’amministrazione ha promosso un concerto in carcere e successivamente ha partecipato ad un momento di formazione e scambio culturale con la proiezione del film “Cesare deve morire”.
“Esprimo tutta la mia gratitudine per questo importante dono – ha aggiunto il direttore del carcere Pani – La vostra è un’attenzione non comune, un gesto importante ed apprezzato che ancora una volta ha ricadute positive sulla comunità che vive e frequenta il carcere”
La realtà palmese ospita circa 200 detenuti, un numero relativamente basso e comunque più contenuto rispetto agli anni scorsi, quando il rischio sovraffollamento incombeva. Ai 200 detenuti va aggiunto il personale, circa 100 persone, e nei giorni di visita anche i familiari dei detenuti. Un numero elevato di presenze nella struttura, dove a volte riuscire a intervenire per tempo in caso di malore è difficile.
“Quello che noi riusciamo a fare è anche perché il carcere è diretto da una persona perbene – chiosa il sindaco Giovanni Barone – Un defibrillatore non risolve i problemi, è vero, e ci auguriamo non debba mai essere utilizzato, ma se dovesse servire c’è”.
L’attenzione verso la realtà dei detenuti non si esaurisce qui, con la consegna del defibrillatore; da settembre, infatti, partiranno i corsi di formazione in tre istituti carcerari del reggino – Palmi, Reggio e Laureana – per somministratori di bevande alcoliche, iniziativa promossa dalla Provincia per favorire il reinserimento dei detenuti al termine della pena.
Viviana Minasi