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Il coraggio di Jodi

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Jodi oggi compie 7 anni, ma per mangiare la torta del suo compleanno dovrà fare prima qualche calcolo. È simpatica, spiritosa, fa la seconda elementare, e si prepara l’insulina da sola, premurandosi di toglierla in tempo dal frigorifero.

Una responsabilità che non ci si aspetterebbe da una bambina così piccola. Eppure Jodi, che in parte ha sempre cercato di imitare i due fratelli adolescenti, ha dovuto crescere all’improvviso e cambiare totalmente stile di vita. Il tutto dopo aver scoperto lo scorso dicembre di avere il diabete di tipo 1.

Mamma Lucia, che di figli ne ha altri due, aveva notato qualcosa che non andava nella propria bimba. “Era sempre stanca, beveva tantissimo e soprattutto la vedevo triste”, ha detto.

È stata lei a correre in ospedale dopo aver misurato da sola a Jodi i livelli di glicemia. “Erano superiori a 600, – ha aggiunto – pensavo fosse rotto il glucometro”.

E invece no, i valori erano alle stelle e davanti alla piccola gioiese coraggiosa c’erano ad attenderla 13 giorni di ricovero. Tre a Polistena e 10 all’ospedale di Messina. Tredici giorni in cui è cambiata la vita di un’intera famiglia fatta da cinque persone.

“Jodi è sempre stata una bambina sanissima. – ha sottolineato la madre – E questa non è una situazione facile da accettare per nessuno. Pure i nonni adesso fanno fatica ad approcciarsi con lei. La glicemia è influenzata anche dalle emozioni, basta uno spavento o l’agitazione per una verifica a scuola a cambiarle i valori.
Le feste sono un problema, così come lo sono le gite, e dobbiamo certamente organizzarci meglio per gestirle”.

Tutto sommato però Lucia sorride, e questo perché la figlia ha preso da subito di petto la situazione, senza lasciarsi abbattere. E adesso se ne va a scuola normalmente con il suo borsello contenente glucometro e succhi, attorniata da maestre “super”, come definite dalla mamma, che ha ricevuto fin da subito la solidarietà di altri genitori nella sua stessa situazione.

“Il diabete in fondo non ti priva di nulla. – ha proseguito raccontando i cinque mesi trascorsi dalla diagnosi – Anzi, ti da le giuste linee guida sul corretto regime alimentare. Ti fa capire quanto sia importante lo sport e il mangiare bene. Jodi ad esempio adesso mangia anche insalata e legumi. Sa che deve farlo e lo fa”.

Secondo la mamma la causa scatenante della malattia sarebbe stato un vaccino anti varicella. E la sua tesi sarebbe supportata da una strana coincidenza. Quando a dicembre si trovava in ospedale infatti, altri due bambini diabetici avevano contratto la malattia a distanza di tre mesi dallo stesso vaccino fatto da Jodi.

Chiaramente rimangono solo delle supposizioni, ma di una cosa Lucia vuole lamentarsi.

“C’è poca informazione in giro. Non avrei mai potuto capire i sintomi se non avessi avuto un caso di diabete in famiglia. Neanche dal pediatra ci sono dei foglietti illustrativi. Niente di niente.

E soprattutto manca un sostegno psicologico. Abbiamo avuto una dottoressa vicina durante il ricovero. Ma poi basta. E forse ne avremmo avuto bisogno tutti a casa per capire come gestire al meglio la questione”.

Il carattere forte Jodi lo ha sicuramente preso dalla mamma. Il suo senso dell’humor è tornato ad essere pungente come un tempo e sprona i fratelli a prendere la nuova situazione così come ha fatto lei.

“In fondo mi aspettavo di peggio!”, ha detto. E in gita ci andrà lo stesso. Ma accompagnata da Lucia che se ne terrà a debita distanza, quasi come se non ci fosse. Il tutto mosso dall’amore per una figlia che ha il sacrosanto diritto di non perdersi nulla della sua infanzia e della sua spensieratezza.

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