Inquieto Notizie

Gruppo Bagalà, i monopolisti legati ai Piromalli

Reggio-Calabria-Il-Cedir


“Il Gruppo Bagalà ha costituito e consolidato nel settore degli appalti pubblici in Calabria una posizione di assoluto predominio, quasi monopolistica con riferimento a talune stazioni appaltanti, quali il comune di Gioia Tauro, totalmente controllato dal gruppo criminale”.

È lapidario il giudizio dei magistrati antimafia reggini e catanzaresi in merito al gruppo imprenditoriale che fa capo alla famiglia Bagalà. Un gruppo che secondo i magistrati legato a doppio filo con il clan Piromalli. In questo senso vanno anche le dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia di Gioia Tauro che, negli scorsi mesi, sono stati sentiti dal sostituto procuratore della Dda reggina Matteo centini, proprio in merito ai fatti che oggi vengono contestati alla famiglia gioiese.

“L’azione degli indagati – si legge nel fermo emesso ieri – tuttavia, si è alimentata di diversi contributi: da un lato, i Bagalà si sono giovati nel contesto criminale calabrese della loro appartenenza nota alla cosca Piromalli, tra le più potenti della ‘ndrangheta; dall’altro lato, hanno sfruttato tale aura criminale per far leva su decine di pubblici funzionari della più diverse stazioni appaltanti, cercando di blandirli con profferte corruttive e, laddove non avessero fatto breccia, ricorrendo alle tradizionali metodologie intimidatorie, dalla minaccia, alla violenza fisica, al danneggiamento; ed anche in tale ultimo caso, vinta la resistenza, si consolidava la resa del pubblico funzionario stringendolo in un abbraccio corruttivo garanzia di reciproco ausilio”.

Ed ecco che in Calabria “tutti sanno chi sono i Bagalà nel settore degli appalti urbanistico/edilizi – aggiungono i magistrati – nessuno osa opporsi al loro volere, pena l’esclusione dal circuito delle commesse pubbliche, vitale per la sopravvivenza di qualsiasi imprenditore del settore”. Un concetto ribadito a più riprese dai magistrati: “Del resto…i Bagalà spenderanno il brand “Piromalli” in tutta la regione, potendo operare con le ditte loro direttamente o indirettamente riconducibili (perché appartenenti al cartello da loro gestito) in assoluta tranquillità, preoccupandosi di erogare alla cosca competente per territorio il “fiore” dovuto. Peraltro, l’esperienza pluriennale di Bagalà Luigi classe ‘46 sul punto era emersa chiaramente nell’ambito del procedimento Porto/Tempo”.

A supporto di questa tesi, la procura mette in evidenza le dichiarazioni dei pentiti gioiesi. Cominciando da Pietro mesiani Mazzacuva.

Pm: «A proposito di edilizia, come passaggio.. noi partiamo con una cosa e poi ci porta come giuste… però poi seguiremmo, stiamo un po’ più (incomprensibile). A proposito di edilizia, lei è a conoscenza della famiglia Bagalà, che lavorano nell’edilizia a Gioia Tauro?».
Mesiani Mazzacuva Pietro: «Se intendiamo la famiglia Bagalà, quelli che stanno a via Toscanini…»
Pm: «Uh, uh»
Mesiani Mazzacuva Pietro: «Sì, bene o male li conosco».
Pm: «Bagalà Ippolito, Bagalà Giuseppe detto Pino Bagalà…».
Mesiani Mazzacuva Pietro: «Pino, Pino Bagalà, Gino»
Pm “…Carmelo Bagalà, perfetto, e Gino, perfetto”
Mesiani Mazzacuva Pietro: «Sì, sì, sì».
Pm: «Okay. Li conosce, voglio dire, puramente e semplicemente come persone, compaesani con i quali si dice buongiorno e buonasera o si è preso il caffè insieme o viceversa li conosce perché li sa legati ad ambienti criminali, oppure godono di protezioni che… in che veste, in che situazioni, se sa qualcosa eventualmente».
Mesiani Mazzacuva Pietro: «L’unica cosa che so io è che sono molto vicini alla famiglia Piromalli, quello che si diceva».
Pm: «Ecco, come si diceva, da chi l’ha saputo».
Mesiani Mazzacuva Pietro: «Dai Molè».
Pm: «Dai Molè l’ha saputo».
Mesiani Mazzacuva Pietro: «Sì, che erano molto vicini alla famiglia Piromalli, pur.. mi ricordo che dicevano pure che Nino Molè comunque, il papà di mio cognato, di Mico Molè…”
Pm: “Certo”
Mesiani Mazzacuva Pietro: «…c’era un rispetto reciproco con Gino Bagalà, il quale gli teneva pure, penso un cavallo a Nino Molè, ma comunque erano sempre stati vicini alla famiglia Piromalli, questo dicevano loro».

Exit mobile version