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Gli studi di una palmese portano il festival di Esperanto a Palmi

Nel 1887, l’idea di creare una lingua semplice che unisse molte caratteristiche delle lingue già esistenti ha permesso a giovani di Paesi differenti di comunicare e stringere legami. Più di 130 anni dopo, la ricerca delle proprie origini da parte di una ragazza di Palmi le ha aperto le porte di quella lingua che ancora oggi unisce i popoli, ne ha fatto oggetto di studio e di tesi, e proprio in questi giorni, i parlanti di questa lingua sono giunti fino in Calabria, al Villaggio “Donna Canfora” di Palmi,  dal 5 all’11 aprile 2023, per la 46ma edizione del Festival della Gioventù Esperantista Internacia Janulara Festivalo 2023, cioè il festival di tutti i giovani che parlano l’Esperanto.

L’Esperanto è una lingua creata dal medico polacco Ludwik Lejzer Zamenhof, che attualmente è parlata da circa 2 milioni di persone, ha la strabiliante potenzialità di essere imparata in breve tempo ed è utile a comprendere i meccanismi di molte lingue. A fare da “ponte” comunque tra i giovani esperantisti e Palmi, la giovane palmese laureata al Dipartimento di Civiltà Antiche e Moderne all’Università degli Studi di Messina, e specializzanda in una tesi sperimentale sull’esperanto, Inga Julita Szejda. La studiosa ci racconta come è venuta alla scoperta di questo mondo: “Sono cresciuta a Palmi, ma le mie origini sono polacche, sono nata a Białystok, città patria dell’esperanto, ho voluto fare un lavoro di tesi sperimentale sulla mia città natale e su questa lingua. È una ricerca sociolinguistica sulle ragioni e gli impedimenti sull’affermazione dell’Esperanto a livello internazionale. Io li ho conosciuti ad Assisi nel 2021 durante l’88mo Congresso Italiano e venuta in contatto con Brunetto Casini.”.

Il programma del festival prevede tavole rotonde, corsi di esperanto, condivisione di esperienze, ma anche gite, momenti conviviali, presentazioni di associazioni da tutto il mondo (Nuova Zelanda ad esempio) e momenti musicali creati dai giovani.

La Gioventù Esperantista Italiana (IEJ) che è sezione giovanile italiana della Federazione Esperantista Italiana, (FEI) è stata accolta dal sindaco di Palmi, Avv. Giuseppe Ranuccio, e dall’assessore al bilancio, Salvatore Celi. “Abbiamo accolto questi ragazzi nella nostra città con grandissimo piacere, perché portatori di un messaggio bello e importante, che al giorno d’oggi risulta essere più che mai attuale.”, ha commentato poi il sindaco Ranuccio sui suoi canali social. Un incontro, tra Palmi e questi “cittadini del mondo”, che abbiamo voluto consolidare intervistando alcuni dei ragazzi, dando voce e lingua alle loro storie, e al perché hanno fatto dell’esperanto quasi una scelta di vita.

Carlos (Karlos per gli esperantisti) l’ha imparato per motivi anche ideologici: “perché per me essere umani è più importante che appartenere a una nazione”. E poi: “Tanti giovani cercano una loro identità e non la trovano, quindi perché non scoprire altri mondi e culture?”

A livello europeo esistono app che forniscono informazioni per trovare ospitalità gratuita presso altri parlanti esperanto. “Ho una relazione con un’esperantista”, prosegue Carlos, e l’esperanto è diventato il mio lavoro perché svolgo un’attività presso la TEJO, cioè la Tutmonda Esperantista Junulara Organizo, (Organizzazione Esperantista Giovanile Mondiale)”.

Giovanni (Johano) De Lucia, vicepresidente IEJ, si impegna durante il resto dell’anno assieme agli altri a organizzare tante attività come “giornate di ritrovo nei fine settimana in varie città dove sappiamo che si riesce comunque a raggiungerci partecipando anche ad eventi all’estero, anche se quest’anno ci sarà un grande fermento di Esperanto in Italia per due grandi congressi internazionali che si terranno quest’estate”. Grande attesa ci sarà ad esempio per il Congresso Universale di Esperanto a Torino(dal 29/07/2023 al 05/08/2023) e per il 56mo Congresso ILEI organizzato dalla Lega Internazionale degli Insegnanti Esperantisti che si terrà a Lignano Sabbiadoro (UD) dal 5 al 12 agosto 2023. Giovanni ci racconta poi dei progetti che offrono opportunità ai giovani studiosi della lingua di Zamenhof: “Gli esperantisti italiani vengono inviati al Festival di Capodanno che si tiene ogni anno; Esiste poi la possibilità di far viaggiare i ragazzi gratis. Io posso dire di essere stato, solo nell’ultimo anno in Scozia, Lituania, Germania, Olanda e Catalogna senza mai spendere un Euro e dando il mio contributo per i vari progetti comunitari”.

L’esperanto lingua d’Europa, è questo l’aspetto che ha affascinato ad esempio Michael Boris Mandirola, detto Mobo: “Quando ho visto com’è fatto l’esperanto, ho pensato che potesse essere una lingua che potesse creare un’identità e un’unità europea più forte”. Siamo quasi alla fine della serata, i ragazzi si sono esibiti in un concerto musicale, e si sono create due aree di ritrovo: la trinkejo o drinkejo (area bar e alcolici) e la gufujo (il nido dei gufi), dove si chiacchiera gustando del tè e dolcetti. Nella gufujo Boris Mobo ci racconta anche dei progetti futuri sia della federazione Italiana che della sua sezione giovanile, tra cui quello di arrivare alle scuole, come commentano Giorgio (Georgo) Perna, presidente IEJ, e l’editore pisano Brunetto Casini, del primo festival della Gioventù Esperantista nel 1977. Per la promozione nelle scuole è nato il progetto “30 ore d’oro”, un corso gratuito per i docenti che volessero imparare l’esperanto (Per saperne di più: https://www.30oredoro.it/Grafica/index.php)

A proposito di scuola, la presenza a Palmi di questi giovani che lottano per un mondo senza barriere, è nata dal lungo lavoro sperimentale di tesi fatto da Julita che poi si è trasformato in contatto, amicizia. Come Zamenhof tanti anni fa, che studiò tanto inserendo nel suo esperanto tutte le complessità degli idiomi esistenti del mondo; eppure la lingua che ottenne fu talmente semplice da essere compresa da tutti, creando ponti, legami, comunicazione, aperture di mondi nuovi: si spera anche in questo piccolo angolo di Calabria chiamato Palmi.

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