GIOIA TAURO – Speranza. Era questo l’obiettivo principale della fiaccolata tenutasi ieri sera a Gioia Tauro per Fabrizio Pioli, il ragazzo scomparso da giovedì pomeriggio e del quale non si è più avuta nessuna notizia.
Una città intera incredula, spaventata e che spera di vederlo tornare a casa, non parla d’altro, e con quel percorso di luci accese da casa di Fabrizio fino in centro, in silenzio gridava di dolore, di paura e di voglia di sapere, di capire.
Amici, conoscenti o semplici cittadini hanno cercato di sentirsi vicini alla famiglia di Fabrizio, l’unico gesto di solidarietà possibile, una goccia nel mare dell’impotenza rispetto ad una situazione che ha dell’inverosimile.
Un ragazzo per bene, gentile, riservato, sparito nel nulla.
Amici e parenti fino al ritorno dalla fiaccolata non hanno mai lasciato casa di Fabrizio, sperando di vederlo tornare da un momento all’altro, ipotizzando ogni possibile situazione, ma con la forzata convinzione che tutto finirà bene, pronti ad offrire una parola di conforto a quel papà con gli occhi spenti che darebbe la vita per quella di suo figlio.
Inimmaginabile il dolore che si può provare in un’attesa che non si sa né quando né come finirà. Una sofferenza che si prova già solo immedesimandosi in una delle sorelle, ma che non si capirà mai fino in fondo.
Gioia si è voluta stringere attorno alla famiglia ieri sera, e lo farà anche oggi pomeriggio alle 6, partecipando ad un’altra fiaccolata che da Gioia si sposterà a Melicucco, il luogo dal quale Fabrizio non ha più fatto ritorno.
Chiunque lo volesse è invitato a partecipare, chiunque non ce la faccia a stare senza far niente e abbia voglia di urlare che non possono esistere situazioni del genere, chiunque si senta avvilito e in qualche modo coinvolto da quanto successo, chiunque ci abbia pensato sentendo un nodo in gola e allo stomaco.
Sono gesti da poco e gli unici possibili al momento che consentano di tenersi tutti per mano e sperare ancora.
Eva Saltalamacchia