I Finanzieri del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Reggio Calabria, in collaborazione con la Polizia Kosovara e con la Polizia Criminale Albanese, hanno scoperto un traffico internazionale di oltre 400 chilogrammi di cocaina all’interno di un contenitore proveniente dal Sudamerica.
Il carico illecito è stato individuato dalle Fiamme Gialle e dai Funzionari dell’Agenzia delle Dogane di Gioia Tauro mediante la scansione radiogena, effettuata con sofisticate attrezzature nel porto di Gioia Tauro, di un container “in transito” proveniente dal porto di Santos (Brasile) e diretto ad una ditta con sede in Lipjan (Kosovo).
Al fine di identificare gli autori dell’ingente traffico illecito, la Procura della Repubblica di Reggio Calabria, D.D.A., diretta dal Procuratore Giovanni Bombardieri, coadiuvato dal Procuratore Aggiunto Calogero Gaetani Paci e dal Sostituto Procuratore Francesco Ponzetta, ha disposto l’esecuzione di una consegna controllata internazionale, mediante l’emissione di una rogatoria nei confronti della Procura di Stato del Kosovo e della Procura Speciale di Albania, ed eseguita in territorio kosovaro congiuntamente alla Polizia Kosovara e la Polizia Criminale Albanese, con il coordinamento della Direzione Centrale per i Servizi Antidroga del Dipartimento della Pubblica Sicurezza del Ministero dell’Interno e del II° Reparto del Comando Generale della Guardia di Finanza“Coordinamento informativo e relazioni internazionali”.
Al termine dell’operazione antidroga internazionale, conclusasi ieri sera nei Balcani, la Guardia di Finanza, la polizia albanese e quella kosovara, dopo aver seguito il container per l’intero tragitto, hanno sequestrato 400 panetti di cocaina purissima, per un totale di 400 kg, occultati in scatole contenenti ufficialmente “pollo”. Nell’immediatezza dei fatti sono state sottoposte a fermo di polizia 25 persone, tra operai, impiegati ed autisti della citata azienda destinataria, tra i quali 7 in stato di arresto per traffico internazionale di stupefacenti.
La droga, qualora venduta al dettaglio sulle piazze di spaccio europeo, avrebbe permesso alla criminalità organizzata di guadagnare oltre cento milioni di euro.