GIOIA TAURO Non avendo più una biglietteria alla stazione di Gioia Tauro, i viaggiatori acquistano i biglietti direttamente alle macchinette. Ma se si verificasse un problema di qualsiasi tipo, a chi ci si dovrebbe rivolgere?
Questa è la domanda che si è posta, senza tra l’altro trovare risposta, Maria Cirillo, originaria della provincia di Napoli, che si trovava a Gioia per poco tempo. Sapeva già di dover fare rientro a lavoro il 3 di novembre, per cui un giorno prima avrebbe dovuto prendere il treno, cosa che alla fine fortunatamente è riuscita a fare.
«Sono andata alla stazione a fare il biglietto. – ha raccontato – Lo sportello era chiuso così sono andata a farlo alle macchinette. Nel momento in cui ho inserito la data però, il sistema ne ha autonomamente digitata un’altra.
Ho quindi subito fatto un cambio prenotazione, ma per la seconda volta di seguito la macchinetta ha composto una data diversa da quella inserita. Non potendo più fare il cambio di prenotazione da sola, non sapevo a chi rivolgermi.
Mi trovavo in compagnia di un amico gioiese, Clemente Corvo, – ha proseguito Maria – e siamo andati a chiedere informazioni alla polizia ferroviaria. Ed è stato lì che molto gentilmente mi è stato consigliato di rivolgermi alla biglietteria della stazione di Rosarno. Così Clemente, preoccupato per i miei impegni lavorativi, ha cercato di risolvere il problema».
«Sono andato a Rosarno, – ha spiegato Corvo – e ho illustrato la situazione. Tutto mi aspettavo tranne che sentirmi dire che il biglietto in questione non era né rimborsabile né sostituibile, in quanto la macchinetta della stazione di Gioia Tauro, non è gestita da Trenitalia».
«Non sarebbe stato giusto ripagare il biglietto, – ha aggiunto Maria – e così siamo tornati dalla polizia ferroviaria. L’ispettore Giuliano Gambi si è dimostrato disponibilissimo nei miei confronti, tanto che l’indomani ho potuto prendere il treno proprio grazie a lui che ha spiegato la situazione al capotreno.
Di certo per uno straniero che si trova di passaggio a Gioia Tauro, – ha concluso – non è normale che si verifichino situazioni del genere».
Eva Saltalamacchia