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Gioia celebra il primo convegno territoriale dell’Auser

GIOIA TAURO – É iniziato rivolgendosi alle fasce più deboli, in particolar modo agli anziani, il primo congresso Auser del comprensorio della Piana di Gioia Tauro, che si é tenuto ieri pomeriggio nella sede gioiese della Cgil.

«Due milioni di pensionati, per fronteggiare la crisi, stanno rinunciando addirittura alle cure, alle medicine. – ha esordito il presidente regionale Auser Antonio Levato – Non dobbiamo delegare alla politica la cosa pubblica, dobbiamo invece partecipare a tutti i processi del territorio. Il nostro compito, – ha concluso – é assistere le fasce più deboli. Non regaliamo il volontariato al mondo cattolico. La nostra é una vocazione laica».

L’incontro, tenutosi a distanza di tre anni dall’istituzione dell’organismo territoriale, é stato moderato dalla giornalista e vicepresidente territoriale Auser Federica Legato, che ha subito passato la parola alla riconfermata presidente Mimma Sprizzi, entusiasta per le attività finora portate a termine. «Abbiamo il pallino della cultura – ha detto in uno dei passaggi della sua relazione – e per questo abbiamo organizzato tantissime iniziative. Il nostro compito è quello di garantire a tutti l’accesso ai diritti».

Di «sinergia tra il sindacato dei pensionati e Auser» ha invece parlato nel suo intervento Enzo Auddino, segretario Spi, seguito dai presidenti del circolo di Taurianova, Rosa Romeo, di Delianuova, Francesco Giorgi, Rino Moricca di San Pietro di Caridá e Francesca Orefice socia del neonato circolo di Gioia Tauro.

Presenti inoltre Salvatore Larocca, segretario organizzativo Cgil e Nino Calogero, segretario generale Cgil, che ha concluso il convegno.

“La nostra spinta maggiore é la voglia di cambiare. – ha detto – Come Cgil crediamo molto nell’Auser che cura il profilo culturale che spesso noi siamo costretti a tralasciare, presi da tanti altri aspetti. É bello pensare che in una società che vive il dramma della mancanza di lavoro, ci siano persone che si incontrano per fare volontariato”.

Eva Saltalamacchia

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