GIOIA TAURO – Nella notte scorsa gli agenti del commissariato di polizia di Gioia Tauro hanno messo fine alla latitanza di Vincenzo Perri.
Il trentenne, ritenuto responsabile dell’omicidio di Vincenzo Priolo, già condannato a 18 anni in primo grado con rito abbreviato, è stato scovato all’interno di un vano segreto, nascosto nel sottoscala dell’abitazione a cui si accedeva attraverso un pannello estraibile di cemento, coperto da perline in legno.
La prolungata indagine, coordinata dalla Procura della Repubblica di Palmi, il Commissariato di Gioia Tauro diretto dal vice questore Angelo Morabito e la Squadra Mobile di Reggio Calabria, si conclude quindi con l’arresto di uno dei killer considerati tra i più pericolosi della ‘ndrangheta calabrese.
La faida tra le famiglie Brandimarte-Perri e la famiglia Priolo, ha infatti provocato negli ultimi anni una serie di omicidi nella città del porto.
“Si tratta di uno degli arresti più importanti degli ultimi anni nella Piana di Gioia Tauro perché le famiglie Brandimarte e Perri sono state coinvolte in una faida che ha seminato tanti morti”.
Queste le prime parole del dirigente del commissariato di Gioia Tauro, Angelo Morabito, che esprime la sua soddisfazione per la cattura del latitante Vincenzo Perri, avvenuto nella notte a Gioia Tauro.
Morabito e il collega dello Sco della Squadra mobile di ReggioCalabria Francesco Rattà hanno diretto circa 30 uomini della Polizia nell’operazione che ha portato alla cattura di Perri.
Eva Saltalamacchia