«Ritenendo che il comportamento fosse di particolare gravità, ho investito della vicenda l’Ambito territoriale provinciale, competente a decidere tutte le infrazioni che comportano una sanzione disciplinare superiore ai 10 giorni di servizio».
È quanto comunica attraverso una nota stampa la dirigente scolastica del liceo “Pizi” di Palmi, Maria Domenica Mallamaci intervenendo sulla vicenda della docente che l’8 Marzo scorso, durante la celebrazione della festa della donna ha detto in classe che “le donne dovrebbero essere tutte sterminate”, dinanzi alla figlia di Maria Chindamo, imprenditrice scomparsa il 6 Maggio di due anni fa.
La dirigente parla di frase “odiosa” e spiega di avere «provveduto nell’immediatezza dei fatti non solo a verificare tempestivamente la veridicità di quanto accaduto, ma anche ad avviare tutti i necessari adempimenti prescritti dalla legge avviando la ritenuta e corretta azione disciplinare nei confronti dell’insegnante. Alla luce della gravità che le parole pronunciate dall’insegnante hanno provocato – ha aggiunto la dirigente Mallamaci – ho ritenuto tale comportamento in contrasto con i doveri inerenti alla funzione docente e gravi negligenze con condotte lesive della dignità dell’alunna con contestuale grave pregiudizio alla scuola e alle famiglie; ragion per cui, ho chiesto l’intervento dell’ufficio scolastico provinciale».
La docente di storia che ha pronunciato parole offensive che hanno ferito la giovane figlia della Chindamo, da oggi sarebbe in congedo e, raggiunta dai giornalisti sotto casa, si è rifiutata di rilasciare dichiarazioni. Non si è neanche detta pentita per quanto accaduto.
«La tempestività dell’intervento e la necessaria riservatezza richiesta sia a tutela della minore già provata dal nefasto evento che ha colpito la sua famiglia, nonché la altrettanta necessaria tutela da accordare alla comunità scolastica fino al concreto accertamento delle responsabilità che certamente sono e restano personali – conclude Maria Domenica Mallamaci – ha imposto a questa scuola, che si è sempre distinta per l’aver praticato percorsi di legalità, di attendere le determinazioni degli uffici competenti (Ufficio per i Procedimenti Disciplinari ATP di Reggio Calabria e Procura della Repubblica di Palmi). Spiace solo che una vicenda come questa, anche se tristissima, sia stata gestita senza alcun limite mediatico soprattutto a tutela del dolore e della stessa riservatezza che un minore avrebbe meritato».