Riceviamo e pubblichiamo:
Senza dubbio il rilancio del porto di Gioia Tauro deve avvenire anche e soprattutto con l’aiuto della riforma della legge 84/94, da sempre infatti sosteniamo, che i porti di transhipment non sono, per tipologia di politico-commerciale, come tutti gli altri.
Per questi motivi la Filt-Cgil a tutti i livelli ha dichiarato con fermezza, la necessità di una rapida riforma, atta al raggiungimento di specifiche tecniche e politiche per il superamento delle difficoltà, rispetto la competitività internazionale e le dovute attenzioni delle aree portuali, che di fatto hanno necessità di attenzioni mirate per lo sviluppo in base a necessità specifiche.
“Uno dei settori, sicuramente strategico, che necessità di politiche chiare per il forte rilancio è quello dei porti e del settore marittimo”. A ricordarlo è il segretario nazionale della Filt-Cgil Nino Cortorillo unitamente al segretario Filt Calabria e di Gioia tauro Nino Costantino e Domenico Laganà, alla luce dei provvedimenti di riforma del settore e dei disegni di legge che stanno preparando il Ministero dei Trasporti ed il Ministero dello Sviluppo Economico, sottolineando che “siamo convinti che un processo di riforma e riorganizzazione possa attrarre investimenti, migliorare i servizi e generare buona occupazione. Se invece – denunciano i dirigenti sindacali della Filt – mettiamo insieme quanto Mit e Mise, probabilmente uno all’insaputa dell’altro, stanno progettando nei loro Comitati scientifici o scrivendo disegni di legge, capiamo che non si vuole riformare il settore dei porti ma si vuole semplicemente avere uno spazio nel quale le regole, la sicurezza nelle attività ed i diritti del lavoro siano man mano drasticamente ridotti”.
Secondo Cortorillo “non a caso il sindacato è stato tenuto fuori dai luoghi di elaborazione e non a caso il Mise sta emendando un DdL che semplicemente ‘abrogando norme’ mette a rischio le attività tecnico/nautiche (tra i quali ormeggio, rimorchiatori e pilotaggio al centro negli ultimi naufragi di interventi di elevatissima capacità) che non possono essere raffrontate a una normale attività economica. Nei porti – sottolinea il segretario nazionale della Filt – devono essere autorizzate ad operare imprese, indipendentemente dalla forma giuridica, che abbiano tutti i requisiti di competenza e professionalità necessarie. Se si pensa invece che i porti dovranno diventare un luogo deregolamentato nel quale chiunque potrà operare si va incontro ad un Far West che non danneggia solo il lavoro, ma l’insieme delle attività e delle stesse imprese”.
Per Cortorillo “così non si crea sviluppo, si distruggono imprese ed il lavoro ed anziché riformare un settore lo si mette dentro una instabilità di cui nessuno sentiva la necessità”.
“Da parte del governo – dichiarano i vertici Filt-CGIL – serve una politica di riforma che guardi alle necessità del paese, dei porti e della logistica senza deformazioni ideologiche che laddove attuate senza regole, vedi gli aeroporti, hanno prodotto solo imprese in crisi strutturale e precarizzazione del lavoro e serve inoltre fermare il DdL preparato dal Mise e questo procedere scoordinato. Dopo l’iniziativa nazionale della Filt del 19 dicembre che anticipava preoccupazioni che sono diventate realtà, non lasceremo che tutto si compia senza la nostra immediata azione di contrasto”.
Segreteria Nazionale Filt Cgil
Dipartimento Trasporto Marittimo e Porti
Segreteria FILT- CGIL Calabria
Segreteria FILT-CGIL Gioia Tauro