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Emilio Solfrizzi per il gran finale al “Gentile” di Cittanova

Saranno Emilio Solfrizzi e Carlotta Natoli a concludere l’esaltante XX Stagione Teatrale di Cittanova, organizzata dall’Associazione Kalomena. I due attori saranno al Teatro Gentile giovedì 21 marzo con la conosciutissima commedia “L’anatra all’arancia”.

Una coppia sposata da diversi anni finisce in crisi per colpa della personalità del marito, inaffidabile, incline al tradimento, alle bugie. Esasperata la moglie si innamora di un altro, l’opposto del marito, un uomo di animo nobile, gentile e attendibile.  È «L’Anatra all’arancia» di William Douglas Home e Marc-Gilbert Sauvajon: un classico feuilleton dove i personaggi si muovono algidi ed eleganti su una scacchiera irta di trabocchetti. Ogni mossa dei protagonisti, però, ne rivela le emozioni, le mette a nudo a poco a poco e il cinismo lascia il passo ai timori, all’acredine, alla rivalità, alla gelosia; in una parola all’Amore, poiché è di questo che si parla.

“L’Anatra all’Arancia” è una commedia che ti afferra immediatamente e ti trascina nel suo vortice di battute sagaci, solo apparentemente casuali, perché tutto è architettato come una partita a scacchi. La trasformazione dei personaggi avviene morbida, grazie a una regia che la modella con cromatismi e movimenti talvolta sinuosi, talvolta repentini, ma sempre nel rispetto di un racconto sofisticato in cui le meschinità dell’animo umano ci servano a sorridere, ma anche a suggerirci il modo di sbarazzarsene.

“L’Anatra all’arancia” è conosciutissimo, reso famoso in Italia dal film interpretato da due grandi attori, Monica Vitti e Ugo Tognazzi. Ma non tutti sanno che questo testo è nato per il teatro: diverso dalla versione cinematografica che molti ricordano, è stato portato per la prima volta sui palchi italiani da Alberto Lionello e Valeria Valeri. E’ un’opera assolutamente eccezionale, è un unicum perché riesce a unire due comicità che normalmente si respingono: quella molto più british di Douglas Home che l’ha concepita negli anni Sessanta e quella francese più calda e vicina alla nostra di Sauvajont che l’ha adattata nel 1973.

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