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Elezioni europee: il Pd primo partito a Palmi

Si è concluso intorno alle 6 di questa mattina, a Palmi, lo spoglio delle schede nei seggi al termine del turno elettorale per il rinnovo del Parlamento europeo e l’urna ha riservato qualche sorpresa, andando in controtendenza con i dati delle più recenti consultazioni.

Il Partito democratico si attesta in cima alla classifica dei partiti con più voti: sono stati 1434 i voti diretti alla lista e 2311 le preferenze. In particolare, Pina Picierno, candidata sostenuta dal sindaco Giuseppe Ranuccio, ha ottenuto 895 voti, il dato più alto in città; a seguire – nella lista Pd – Antonio Decaro. Il sindaco di Bari, che in Italia è stato il più votato in assoluto e che a Palmi è stato sostenuto dall’assessore Salvatore Celi, ha ottenuto 502 voti. Buono anche il risultato ottenuto da Luigi Tassone: sono infatti 364 le preferenze ottenute.

Fratelli d’Italia, con 1178 voti è il secondo partito più votato a Palmi. In totale le preferenze sono state 1754. Sono 706 i voti andati direttamente al Presidente del Consiglio dei Ministri Giorgia Meloni, seguita da Denis Nesci, candidato già Europarlamentare originario di Laureana di Borrello, che ha ottenuto 343 voti.

Spirano con meno forza i venti leghisti: il partito di Matteo Salvini ha riportato 775 voti diretti e 1642 preferenze. La più votata è stata Simona Loizzo con 484 preferenze, seguita dal presidente del Consiglio regionale della Calabria, Filippo Mancuso, che ha ottenuto 475 voti. I due candidati erano sostenuti dal consigliere regionale Giuseppe Mattiani.

Non ottiene i risultati storicamente avuti a Palmi ma comunque non esce sconfitto il partito di Forza Italia (Noi moderati – PPE) a cui sono andati 557 voti e 882 preferenze in totale ala lista. L’assessore regionale alla pubblica istruzione Giusy Princi è la più votata, con 316 preferenze, seguita da Antonio Tajani con 256 voti.

Curioso poi il caso del Movimento 5 Stelle: il partito “del popolo” ottiene 466 vosti di lista e solamente 313 preferenze.

Anche a Palmi si conferma la tendenza nazionale di una scarsa affluenza alle urne: alla chiusura dei seggi ha votato solamente il 32,81% degli aventi diritto.

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