Riceviamo e pubblichiamo:
E’ irritante dover apprendere la condizione idrogeologica della Calabria da comunicati surreali secondo i quali “siamo un po’ indietro con l’attuazione del piano sul dissesto idrogeologico”.

Lo è ancor di più sapere che questa regione deve convivere con l’evanescenza di una politica per il territorio adagiata su un Commissariamento per la mitigazione del rischio idrogeologico che è l’esatta negazione di qualsiasi politica di prevenzione e cura del territorio stesso.
Il dissesto idrogeologico in Calabria è figlio conclamato di un rimpallo di responsabilità politiche e istituzionali che dura sin dall’entrata in vigore della Legge Urbanistica Nazionale del 1942, che da allora serve soltanto a ingrossare il fiume degli sprechi di denaro pubblico, e non ha fatto altro che produrre i danni devastanti che sono sotto gli occhi di tutti.
Chiunque abbia governato in Calabria ha sempre evitato di caricarsi le responsabilità proprie di chi gestisce la cosa pubblica, e ciò è successo per una precisa condizione a cui la politica stessa deve sottostare: la prevenzione del territorio non porta voti e consenso, per cui si preferisce lasciar correre, trasferendo qualsiasi atto “sine die” a successivi aleatori interventi di ricostruzione.
Si preferisce insomma attendere il vilipendio del territorio e delle vite umane pur di conservare il controllo e la gestione del potere, inventando dei meccanismi autoreferenziali come l’Ufficio del Commissario ad acta in Calabria, chiaro segnale di debolezza delle istituzioni centrali e periferiche, che preferiscono operare ex post, a danno accaduto, come se ciò potesse risolvere decenni di assenza di pianificazione urbanistica a qualsiasi livello, di pochezza culturale ed etica durante i quali nulla si è fatto se non alimentare ipocritamente l’illusione di una messa in sicurezza del territorio calabrese.
Nel momento in cui il chimico Maurizio Croce, Commissario ad acta per la mitigazione del rischio idrogeologico perle regioni Puglia, Calabria e Sicilia, assume anche la carica di Assessore all’Ambiente per la Regione Sicilia si instaura una concentrazione di cariche in palese conflitto di interessi che rende ingestibile il suo Ufficio di Commissario, mortificando pertanto i diritti inalienabili di cui gode lo stesso territorio.
C’è ben poco da aggiungere, in Calabria si dovrà immediatamente chiudere un libro, adottando un modello di governo del territorio mutuato da esigenze oramai non più tollerabili, già introdotte dal Governatore della Regione Toscana Enrico Rossi, che ha deciso di bloccare per sempre il “consumo del suolo”, rendendo non più edificabile il territorio a rischio idrogeologico e predisponendo un Piano Paesaggistico che fissa definitivamente le “invarianti strutturali” da tutelare.
Pino Romeo, urbanista
TAVOLO TECNICO DI TUTELA AMBIENTALE