Questa mattina quattro dei cinque consiglieri di opposizione del Comune di Palmi dimessi ieri, hanno formalizzato le dimissioni irrevocabili, terminando anticipatamente il mandato elettorale. Giuseppe Ranuccio, Salvatore Boemi, Tato Ferraro e Giovanni Bonaccorso non sono più consiglieri comunali; manca all’appello la ratifica di Francesco Surace, fuori città per motivi personali, ma il democrat ha fatto sapere che formalizzerà le dimissioni appena rientrerà a Palmi.
In una conferenza stampa congiunta, gli oramai ex consiglieri di minoranza hanno spiegato le ragioni della scelta fatta ieri, maturata però negli ultimi mesi, dopo aver preso atto che essere minoranza in questa amministrazione era diventato “imbarazzante”.
Subito la replica di Giuseppe Ranuccio al sindaco Giovanni Barone, che in una dichiarazione rilasciata ai giornali Quotidiano del Sud e Gazzetta del Sud ha commentato le dimissioni dei consiglieri paragonandoli a dei “topi che scappano per primi quando la nave affonda”, ed equiparando le dimissioni ad un “colpo di Stato”.
“Sappia il sindaco – ha risposto Ranuccio – che la nave non è guidata da noi ma da lui, che la falla non l’abbiamo di certo creata noi e che è lui il comandante della nave e quindi responsabile dell’equipaggio e dell’affondamento”. Ranuccio ha quindi spiegato le tempistiche della scelta fatta: “Abbiamo aspettato che terminasse la festa della Varia per prendere questa decisione perché sapevamo che anche il sindaco aveva rinviato ogni decisione a settembre, ed attendevamo di conoscere le sue determinazioni. Ci è bastato guardare alla situazione in cui versa la città, sommarla alle gravi vicende giudiziarie che hanno colpito amministratori di maggioranza, e constatare che non c’è alcun margine di crescita per Palmi, per decidere di dimetterci. Ci siamo più volte chiesti – ha proseguito l’ex consigliere del Pd – che senso avesse essere opposizione di una maggioranza che non ci ascolta, che ci nega il diritto di prendere la parola in consiglio comunale e che è sorda dinanzi alle nostre proposte”.
Una minoranza (ormai ex) delusa ed amareggiata, che restituisce al mittente (Barone) ogni accusa di voler mettere fine anticipatamente al mandato e che lascia il consiglio “povero” di numeri; già, i numeri, che sono un problema tutto del primo cittadino, e conta e riconta, non tornano. Da indiscrezioni delle ultime ore sembrerebbe che in maggioranza Concetta Maria Ciappina, subentrata a Gabriele Parisi, sia pronta a dimettersi; c’è poi Antonio Papalia passato all’opposizione, Ester Del Duca presente quasi mai, e Rocco Surace e Natale Pace che figurano nella lista degli scontenti. Una situazione non certo idilliaca per il primo cittadino, il cui destino è davvero in bilico.
“Ho deciso di lasciare la carica di consigliere dopo una lunga riflessione – ha spiegato Giovanni Bonaccorso – Ammetto non sia stato semplice per me, è stata una scelta sofferta e molto difficile da affrontare; in questi 4 anni mi sono battuto per il bene della mia città ma credo sia giunto il momento di lasciare per dare un segnale forte, sperando di svegliare le coscienze di quanti dicono di avere a cuore le sorti della nostra città. La mancanza di una programmazione – ha proseguito – l’assenza di prospettiva di crescita della città, le gravi insufficienze nella gestione dell’ordinario e dello straordinario, sono stati i motivi per il quali mi sono dimesso”.
Le stesse motivazioni hanno spinto Tato Ferraro, insediatosi in consiglio il mese scorso dopo la morte di Pasquale Frisina, a lasciare la carica di consigliere di opposizione. “La mia scelta di rassegnare le dimissioni nasce da un’analisi oggettiva dello stato di degrado in cui versa la città – ha spiegato Ferraro – L’incapacità di questa arrogante e presuntuosa amministrazione è sotto gli occhi di tutti, è mancata e manca una programmazione seria di interventi, mancano i più elementari ma necessari servizi: periferie al buio e abbandonate, strade disastrate, spazi verdi senza cura, promesse fatte e non mantenute” [Leggi documento integrale].
“Qui nessuno sta scappando o è già scappato, e questo il sindaco lo sa bene – ha concluso Salvatore Boemi – Io sono in consiglio, insieme ai colleghi consiglieri, perché una fetta della città mi ha voluto e ci ha voluti lì, e fino a ieri mattina ho svolto il ruolo che sono stato chiamato a svolgere. Ma dopo quattro anni ho constatato che Palmi si trova in uno stato di immobilismo totale, non di centro per mancanza di impegno da parte dell’opposizione, il cui lavoro di vigilanza e di stimolo non è mai venuto venuto. E’ chiaro che da ex magistrato – ha aggiunto Boemi – ho guardato alle vicende giudiziarie con attenzione e sentendomi in forte imbarazzo ho deciso di dimettermi. Palmi merita ben altro”.