PALMI – Il terzo candidato a sindaco, ospite dell’associazione “Attivis” di Taureana, è stato Francesco Trentinella. Accompagnato da Pino Carbone, dirigente locale del Pdl, Trentinella ha ascoltato dalle parole della gente del posto, rappresentata da Rosario Gentile, quelle che sono le problematiche di cui quella porzione di Palmi soffre.
Disagio nei confronti della “Palmi centro”, mancanza di lavoro, le difficoltà di sviluppo del territorio legate ad un porto che non decolla, mancanza di momenti di aggregazione che coinvolgono gli abitanti del quartiere, la vicenda legata alla chiesa di San Fantino ed al parco archeologico.
La ricetta di Francesco Trentinella, da somministrare a Taureana, è fatta innanzitutto di Psc, un vero e proprio “volano per lo sviluppo del territorio, che può permettere al territorio di crescere e che può coinvolgere nel processo di crescita anche una struttura come il porto – ha detto Trentinella nel corso dell’incontro con la gente di Taureana – Nel mio programma ho anche spiegato come realizzeremo il Psc e dove reperiremo i fondi per creare quelle strutture necessarie per la crescita di Palmi”.
Sul versante del lavoro, Trentinella insiste sulla necessità di creare cooperative di giovani che riescano a gestire piccole attività, capaci anche di essere fonte di guadagno. “Se sarà necessario – ha proseguito Trentinella – metteremo a disposizione dei giovani e di quanti hanno bisogno di un lavoro, i beni inutilizzati che sono molti in tutto il comune”.
Ma per dare a Palmi un futuro più ricco, serve puntare sul turismo e sulla promozione dei prodotti locali. “Abbiamo la fortuna di vivere in un paese che ha il mare, un centro molto grande ed una parte in collina – ha detto ancora Trentinella – ma sia la zona a mare che quella in collina sono praticamente abbandonate. Ci piacerebbe che venissero sfruttate e valorizzate, magari facendo sorgere dei negozi nei quali vendere i prodotti tipici locali, una realtà che qui da noi manca”.
Anche Trentinella ha affrontato la vicenda legata alla chiesa ed alla cripta di San Fantino, ribadendo l’assoluta necessità di rendere nuovamente possibile la celebrazione della santa messa all’interno.