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Da uno studio sulle fiabe di Letterio di Francia va in scena a Palmi “Amuramaru”

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Gli alberi hanno un apparato radicale complesso, formato da diversi tipi di radici, ognuno dei quali con un ruolo specifico. Sei mai stato tentato di mettere del terriccio sopra le radici per coprirle o creare un giardino all’ombra sotto l’albero?

Prende il via da qui “Amuramaru”, lo studio su “Fiabe e novelle calabresi” di Letterio Di Francia, di Matteo Lombardo e Παύλος Παρεσκευόπουλος e con Matteo Lombardo, in scena domani, 23 agosto, alle 21:30 negli spazi del Piazzale Ibico, cortile del Centro Giovanni Paolo II di Palmi.

Amuramaro, partendo dalla traduzione in dialetto cosentino/rendese di alcune fiabe di Letterio di Francia, parla di terra, della terra, della rabbia generata dalla disperazione di doversi barcamenare in situazioni paradossali e apparentemente senza via d’uscita.

«Questo lavoro nasce dall’esigenza di raccontare la mia terra, la nostra terra, utilizzando un linguaggio spesso sottovalutato, quello delle fiabe. Esse hanno la capacità di velare, celare, dietro personaggi fantastici, storie di vita reale in cui i protagonisti, incastrati nelle loro relazioni, abituati alla loro condizione, resistono al cambiamento o forse, più semplicemente, non riescono a vederlo», spiega Lombardo.

Con Amuramaru, il lavoro di Letterio Di Francia, letterato palmese, torna ancora una volta nella sua terra natia, per raccontare fiabe, leggende, miti, pensieri, usi, costumi e tradizioni che affondano le loro origini in questa terra mistica e misteriosa, la Calabria, e in questa speciale «vivace cittadina» adagiata «ai piedi del Monte Sant’Elia, cadente a picco nel Tirreno azzurrissimo, in mezzo a boschi giganteschi di pallidi ulivi, rallegrati dallo stridore acuto delle cicale, ed agli aranceti sempre verdi e profumati», come scrive lo stesso Di Francia nella prefazione alle Fiabe e novelle.

Un lavoro importante quello sulle fiabe e novelle popolari di Letterio di Francia, che lo ha reso uno dei massimi esponenti della tradizione demologica calabrese, la cui rilevanza fu riconosciuta anche da Italo Calvino, che nella sua raccolta di Fiabe italiane inserì ben cinque racconti dell’autore palmese, considerandone l’evidentemente alto valore sociale.

Un’occasione da non perdere per rivivere in una chiave inedita, attraverso i linguaggi del teatro, lo straordinario lavoro di uno dei palmesi più illustri.

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