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Covid, controlli dei Carabinieri nella Piana su green pass e uso della mascherina: 7 sanzioni

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Giorni intensi quelli trascorsi a cavallo tra le festività dell’Immacolata e il fine settimana appena trascorso che hanno visto i carabinieri del Gruppo di Gioia Tauro impegnati ad eseguire controlli massivi, specificamente mirati a rafforzare il rispetto delle nuove normative sul possesso della “carta verde rinforzata”.

71 sono stati gli accessi a esercizi pubblici, tra i comuni di Taurianova, Cittanova e Polistena, tra cui palestre, bar e ristoranti; 208 i green pass controllati agli avventori, risultati tutti regolari: 7 le persone sanzionate per assenza di mascherina, per un importo complessivo di 2.800 euro. Sempre nell’ottica di salvaguardare la salute pubblica, i Carabinieri hanno anche sanzionato il titolare di una barberia di Taurianova, in frazione Amato, che esercitava la professione senza essere in possesso di green pass. Nei suoi confronti è stato quindi elevato un verbale per un importo di euro 400.

In tale contesto, si inquadrano controlli effettuati anche in sinergia con i Carabinieri Forestali del Nucleo Investigativo di Polizia Ambientale Agroalimentare e Forestale di Reggio Calabria, al fine di dare corso ad uno screening delle principali attività dolciarie dell’entroterra della Piana di Gioia Tauro. In tale ottica, a Cittanova, i militari hanno individuato una pasticceria che esercitava l’attività di stoccaggio dei preparati in mancanza del titolo autorizzativo richiesto: sequestrati, all’attività, vari generi alimentari poiché privi di etichetta e scheda di lavorazione, contestate sanzioni amministrative, per un totale di 4500 Euro.

In parallelo agli specifici controlli in materia di C<ovid19, è stata altresì condotta una stringente attività di monitoraggio del territorio di competenza, con particolare attenzione alle aree interessate dal fenomeno della movida notturna, nel cui ambito, i carabinieri hanno arrestato un soggetto per evasione che, già sottoposto agli arresti domiciliari a Taurianova, è stato sorpreso fuori dalla propria abitazione. Ripristinata nei suoi riguardi, la misura cautelare a cui si era sottratto.

Nel medesimo contesto operativo, si inquadrano altresì, diversi controlli su strada e denunce a piedi libero nei confronti di 4 soggetti ritenuti responsabili, a vario titolo, per i reati di guida in stato di ebbrezza, truffa e guida senza patente poiché mai conseguita, nei riguardi, in quest’ultimo caso di  un soggetto già noto alle forze dell’Ordine,  originario di Locri, denunciato anche per falsa dichiarazione sulla propria identità, in quanto, all’atto del controllo, aveva  attestato agli operanti le generalità del fratello, nel tentativo di eludere la verifica sul reale possesso della patente di guida.

In ultimo, nell’ambito dello stesso dispositivo operativo, i carabinieri hanno arrestato 3 soggetti in esecuzione a provvedimenti emessi dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Palmi – Ufficio Esecuzioni Penali, giunti ad esito dell’iter processuale dell’operazione “Piana Stupefacente”, vasta indagine condotta dai Carabinieri del Comando Provinciale di Reggio Calabria che, il 23 gennaio 2020 era sfociata nell’esecuzione di un provvedimento di custodia cautelare a carico di 15 persone accusate, a vario titolo, di coltivazione, detenzione, acquisto e cessione di sostanza stupefacente, detenzione illegale e porto in luogo pubblico di armi da guerra e comuni da sparo e ricettazione.

L’organizzazione, che aveva base nella piana di Gioia Tauro, aveva strutturato in maniera intensiva e industriale la produzione di marijuana. Sono state sequestrate quasi 13 milioni di dosi coltivate nei campi di Gioia Tauro e Taurianova, trasferite e commercializzate in alcune selezionate piazze di spaccio come Cortina d’Ampezzo. In quel frangente, l’attività di contrasto condotta in nove mesi di indagini, aveva consentito di sottrarre alla criminalità reggina oltre 100 milioni di euro. Quanto agli odierni arrestati, a nulla è valso il ricorso per cassazione presentato dai rispettivi difensori. La Corte di Cassazione ha infatti ritenuto corretto l’iter processuale seguito dalla Corte di Appello di Reggio Calabria. 

 

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