PALMI – “Cosa mia”, il maxi processo scaturito dall’omonima operazione di Polizia del 2010, che ha inferto un durissimo colpo alle famiglie Gallico-Morgante-Sgro-Sciglitano di Palmi, e Bruzzise-Parrello di Seminara, è ancora fermo alle questioni preliminari sollevate dai collegi difensivi degli imputati.
Anche quest’oggi in aula bunker, si è assistito alla oramai consueta sospensione, che da ben quattro udienze caratterizza questo processo.
Eccezioni su eccezioni, questioni a valanga, che costringono la Corte d’Assise della sezione penale del Tribunale di Palmi a ritirarsi per decidere, e che non fanno altro che rallentare i tempi di questo delicatissimo procedimento.
Anche oggi la Presidente della Corte Silvia Capone (Gaspare Spedale a latere) si è trovata a dover decidere su una serie di questioni sollevate dalle difese, con il risultato di ben tre pause, una delle quali di oltre quattro ore.
Rigettate tutte le richieste dei collegi e accolte quindi le opposizioni dei Pubblici ministeri della Dda reggina Roberto Di Palma e Giovanni Musarò, titolari dell’inchiesta.
Unica novità da rilevare, è la rinuncia alla difesa dei propri assistiti da parte di Francesco Cardone e Giovanni Marafioti, coinvolti nell’inchiesta della Dda di Milano che mercoledi’ scorso ha portato all’arresto di 12 persone.
Francesco Cardone ha fatto pervenire una lettera che è stata letta in aula in apertura di processo, mentre Giovanni Marafioti ha letto egli stesso la rinuncia alla difesa dei suoi assistiti.
Viviana Minasi