«La conurbazione non serve perché, di fatto, già c’è. Il nostro sistema territoriale è già conurbato». Bollata come inutile «la tentazione nella testa di qualcuno» del Comitato Conurbiamoci, svoltasi due settimane fa e disertata dall’Amministrazione comunale guidata da Michele Tripodi, nella quale si è scorto persino il pericolo di scippo o dissolvenza delle diverse identità municipali nel caso in cui ci si ostinasse a parlare di fusione di Comuni alla quale, ad ogni buon conto, il primo cittadino polistenese ha opposto il suo secco no interessando «realtà tanto diverse». Apertura di credito, invece, su ogni altra e diversa ipotesi di collaborazione – dalla unione dei Comuni alle associazioni – per la gestione integrata di servizi o risorse, totali o parziali, attinenti la sfera esclusivamente amministrativa e non politica. Già, perché senza tanti giri di parole, Tripodi ha subodorato che dietro a quelle iniziative “autoreferenziali” imbastite da «filantropi benefattori di sé stessi» ed esibite come «impostazioni salottiere che non ci interessano» ci sia un chiaro intento politico di attaccare lui e la sua governance. Perché – ha proseguito il sindaco – «il tema è solo politico, il problema sono io e per colpire me si vuole cancellare l’identità della città. Ma noi non lo permetteremo perché Polistena non si tocca!». Dunque, si colloca sul piano prettamente politico – e non già di potenziali opportunità socio-economiche che, a suo avviso, non ci sono – il progetto propalato dal Comitato al quale ha provato a smontare ogni motivazione per proseguire sulla rotta della fusione “a freddo” che non porterebbe vantaggi «neanche di natura anagrafica o finanziaria come qualcuno invece millanta». L’assemblea popolare, voluta per un confronto diretto con i cittadini, come ha spiegato il presidente del Consiglio comunale Angelo Borgese, ha illustrato la Polistena che sarà attraverso l’idea di futuro costruita strategicamente sul PSC, approvato da circa due anni dopo essere stato in gestazione per quasi dieci, come riferito dal responsabile della ripartizione Urbanistica dello stesso Ente, Domenico Sidari – anch’egli contrario ad ipotesi di fusioni – attorno al quale ruoteranno, quantomeno, i prossimi 20 anni di sviluppo della città. Spesa bloccata negli enti locali e identità da salvaguardare sono stati, quindi, i cavalli di battaglia di Rialzati Polistena esclusivamente favorevole ad eventuali «unione di servizi e alle battaglie comuni condotte per armonizzare le lotte territoriali (come quelle in difesa dell’ospedale, al quale si è fatto più volte riferimento in vista della programmata mobilitazione generale del prossimo 4 maggio, nda)» rispetto alle tante carenze che ancora insistono per effetto di una politica debole. «Non è un fatto automatico che l’unione di più Comuni invertirà la tendenza all’emigrazione ed allo spopolamento. Sono qualità della vita e dei servizi che danno risposte ai cittadini» ha chiarito il vicesindaco Giuseppe Politanò che, osservando come altri Comuni abbiano avuto necessità di piani di riequilibrio finanziario che Polistena non ha avuto (Cinquefrondi, nda), ha rimarcato che «Polistena non si tocca proprio perché è un valore aggiunto». Ed appunto, nell’ambito del dibattito, molto citato dagli amministratori è stato il Comune contermine di Cinquefrondi, praticamente il convitato di pietra, preso più e più volte di mira per presunte carenze sul piano geo-strutturale, finanziario e dei servizi. «L’Amministrazione comunale ha fatto bene a parlare di questo tema con assemblee popolari per discutere di necessità mentre altri fanno assemblee per portare avanti altri interessi» ha specificato il capogruppo di maggioranza Fabio Racobaldo che ha bocciato l’ipotesi di fusione spiegando che «si avrebbe un appiattimento verso il basso per poi dover ripartire». «Siamo stanchi di vedere promiscuità in talune figure pubbliche: non devono esserci conflitti di interessi e tavoli paralleli» ha concluso Tripodi, scettico anche sulla riuscita dell’eventuale referendum popolare che «non può certo passare sulla testa dei cittadini ad opera del Consiglio regionale senza interventi dei vari Consigli comunali interessati» e verso cui «rimarremo nella posizione di avanguardia per la tutela degli interessi dei cittadini». Al dibattito sono altresì intervenuti: Antonio Zangari, per il Movimento degli agricoltori; Marisa Valensise e Francesco Trimarchi del Comitato spontaneo per la tutela della salute; Giuseppe Lombardo, vicepresidente del Consorzio dell’area industriale di Polistena e i cittadini Angela Cannizzaro e Maria Novella Mammola.