«Trovo assolutamente singolare l’alleanza presentata dal Partito Comunista Italiano con il movimento “Italia Unita” rappresentato dal sindaco di Gioia Tauro Giuseppe Pedà, aggregati in una lista per la Città Metropolitana che reca la dicitura Sinistra nel suo logo. I rappresentanti della lista parlano di identità, ma mi chiedo come si possa utilizzare questa parola per un soggetto che mette insieme uno storico maggiorente del Pdl, ora eletto in Forza Italia, come il Sindaco di Gioia Tauro Giuseppe Pedà con i duri e puri comunisti, fino ad oggi fieri, ma forse un po’ ipocriti, oppositori della politica del trasformismo».
E’ quanto affermato in un comunicato stampa diffuso pochi minuti fa il consigliere comunale Filippo Burrone commentando la presentazione della lista “Territorio e Identità a sinistra”.
«In più occasioni il partito rappresentato dai Tripodi si è reso protagonista di strali lanciati a destra e a sinistra – prosegue la nota – tentando di costruirsi attorno un alone di intransigenza e purismo politico. Valori che evidentemente sono andati a naufragare in quest’alleanza trasversale promossa con il sindaco Pedà, e con il suo assessore alla cultura Toscano, che hanno una storia completamente opposta a quella della sinistra italiana. Lo stesso primo Cittadino di Gioia Tauro nelle ultime settimane ce ne ha fatte vedere di tutti i colori. Stando a quanto riportato dagli organi di stampa, prima ha tentato l’idea di una lista con i sindaci di Siderno Fuda e di Locri Calabrese, poi ha incontrato l’ex Presidente del consiglio provinciale Antonio Eroi e i consiglieri comunali di minoranza Matalone e Ripepi, con quest’ultimo che nel frattempo da Forza Italia è passato a Fratelli d’Italia. Infine, folgorato sulla via di Polistena, il sindaco Pedà propone quest’alleanza con i comunisti che nel frattempo avevano provato, senza riuscirci, ad unirsi con i rappresentanti di Sel».
«La lista presentata oggi dunque – conclude Burrone – appare più come un accozzaglia di personaggi in cerca d’autore, figlia di un accordo trasversale e trasformista che serve esclusivamente a portare avanti interessi personali, che nulla hanno a che vedere con la grande sfida di sviluppo che ci consegna la Città Metropolitana. Prova ne sia, infine, il fatto che la lista sia composta da soli sette elementi, il numero minimo per poterla presentare. Circostanza che la dice lunga sul corto respiro del raggruppamento, dietro il quale non esiste alcuna identità politica, se non il tentativo malcelato di coprire un nulla assoluto di proposta e di progettualità».