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Confermate le condanne di Toro Crea e dei due figli

È divenuta definitiva la condanna nei confronti del boss di Rizziconi Teodoro Crea e dei suoi figli Giuseppe e Domenico.

La Corte di Cassazione, nella tarda serata di ieri, ha dichiarato conclusa la fase processuale del procedimento denominato “Devin” sostanziando le condanne inflitte ai tre imputati dalla Corte d’appello di Reggio Calabria.

I giudici di piazza Castello avevano condannato Teodoro Crea, difeso dagli avvocati Albanese e D’Ascola, a 8 anni; e a 7 anni Giuseppe (avvocato Gatto) e Domenico Crea (avvocati Rampioni e D’Ascola).

Il procuratore generale aveva chiesto l’annullamento con rinvio della sentenza di condanna di Teodoro Crea solo in riferimento al trattamento sansonatorio, ma la Cassazione non ha accolto la richiesta. I tre sono stati riconosciuti colpevoli del tentativo di estorsione compiuto ai soci della “Devin spa”, la società che ha realizzato il grande centro commerciale “Porto degli Ulivi” di Rizziconi.

Una tentata estorsione da 700mila euro contro Pasquale Inzitari, Rosario Vasta e Ferdinando De Marte. L’ex politico-imprenditore Inzitari fu arrestato il 6 maggio 2008 nell’operazione “Saline”, poiché ritenuto legato prima alla cosca Crea e poi a quella dei Mammoliti-Rugolo. Dalle indagini è emerso che Inzitari svolse un ruolo di imprenditore di riferimento per le cosche, in particolare nella costruzione del centro commerciale “Porto degli Ulivi”, realizzato dalla società “Devin” di cui Inzitari era il dominus.

L’imprenditore avrebbe stretto un accordo con i Crea per l’acquisto dei terreni a cui faceva seguito il cambio di destinazione d’uso grazie ad una delibera ad hoc fatta approvare da Inzitari dal consiglio comunale di Rizziconi quando ricopriva l’incarico di vicesindaco. La proprietà dei terreni è poi passata a lui, attraverso la “Devin”, che dopo la costruzione ha ceduto il centro alla “Credit Suisse”. In seguito al deterioramento dei rapporti con i Crea, Inzitari si sarebbe appoggiato ad un’altra cosca capace di opporsi alle eventuali azioni ritorsive. Ciò, per l’accusa, è testimoniato dall’ingresso nella “Devin”, sia pure in forma occulta, di Antonino Princi, cognato di Inzitari, e ritenuto esponente della cosca Mammoliti – Rugolo di cui curava gli interessi nel settore economico-finanziario.

Princi è morto nel maggio 2008 in seguito a un attentato di stampo mafioso avvenuto il 26 aprile del 2008 quando è stata fatta esplodere una bomba sotto la sua auto.

Inzitari ha detto e ribadito che Giuseppe Crea aveva avanzato le richieste di denaro anche, espressamente, a nome del padre Teodoro Crea, ed ha rievocato gli incontri tenuti con Domenico Crea per trattare il pagamento. Allo stesso modo, Vasta ha affermato che il denaro veniva richiesto da Giuseppe e Domenico Crea anche per conto di Teodoro.

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